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P. Lombardi: Francesco in Africa come messaggero di pace

Messaggero di pace e riconciliazione. Con questo spirito Papa Francesco si recherà in Africa la prossima settimana. Stamani, nella Sala Stampa Vaticana si è tenuto il briefing di presentazione del viaggio apostolico in Kenya, Uganda e nella Repubblica Centrafricana. Si tratta dell’11.ma trasferta internazionale di Francesco, la prima in Africa. Tra i temi di questo viaggio, sottolineati da padre Federico Lombardi, la pace, il dialogo interreligioso, la testimonianza dei martiri cristiani. Il servizio di Alessandro Gisotti:

Africa

Quando mercoledì 25 novembre l’aereo papale atterrerà nell’aeroporto di Nairobi, inizierà un nuovo viaggio di Papa Francesco che, ancora una volta, predilige gli ultimi, “le periferie”.

E’ l’ora dell’Africa per Papa Francesco
L’Africa è ora protagonista, come sottolineato da padre Federico Lombardi, che non ha mancato di ricordare i viaggi dei precedenti Pontefici e in particolare di San Giovanni Paolo II che, nel suo Pontificato, ha visitato 42 Stati africani, quasi la totalità del continente:

“Il Papa aveva già detto una volta che si incontrava con noi tornando in aereo dal Brasile che voleva andare in Asia e in Africa: in Asia c’è andato, ha fatto due grandi viaggi a cui abbiamo partecipato e che abbiamo seguito, e adesso è venuta l’ora dell’Africa”.

Kenya, attesa per il discorso alle Nazioni Unite
In Kenya, ha rammentato il direttore della Sala Stampa, è da segnalare il discorso che il Papa rivolgerà alla sede delle Agenzie Onu per l’Ambiente e l’Habitat. Ci si attende un discorso ampio che riprenda i temi della “Laudato si’”. Quindi, altro momento significativo sarà la visita a “Kangemi”, uno degli “slum” della capitale keniana. Qui, ha detto padre Lombardi, il Papa pronuncerà un discorso in continuità con quello pronunciato ai movimenti popolari in Bolivia. Successivamente, l’incontro con i giovani del Paese:

“Sono giovani che hanno bisogno di essere incoraggiati, di essere entusiasmati per guardare avanti, in una situazione che non è facile nel vivere la loro testimonianza cristiana e cercare le vie di uno sviluppo adeguato”.

Uganda, l’omaggio alla testimonianza dei martiri
Venerdì 27 novembre, il Pontefice si trasferirà in Uganda, dove il momento centrale sarà la Messa per i Martiri del Paese, seguiti da una visita alla Casa di Carità di Nalukolongo, guidata dai Gesuiti. Padre Lombardi ha rammentato che in Uganda sono attive ben 288 istituzioni sanitarie promosse dalla Chiesa Cattolica. Quindi, ha messo l’accento sull’importanza dei martiri – cattolici e anglicani – per questo Paese che fu visitato, per la prima volta da un Papa, dal Beato Paolo VI nel 1969:

“Nella visita in Uganda, la vicenda dei martiri ugandesi è centrale. Sappiamo anche quanta importanza il Papa dia alla tematica dei martiri: lo abbiamo visto in Corea in particolare, qui lo rivedremo in Uganda”.

Francesco in Centrafrica, messaggero di pace e riconciliazione
Domenica 29 sarà infine la volta della Repubblica Centrafricana ferita dalle violenze, a cui Francesco testimonierà la sua vicinanza e darà un forte segno di pace a partire dalla visita in un campo profughi, di una parrocchia cattolica, dove sono accolti oltre 2 mila sfollati:

“Sappiamo lo scopo per cui il Papa viene nella Repubblica Centrafricana è proprio quello di manifestare la sua vicinanza al popolo che soffre per i conflitti e le tensioni, quindi la visita al campo profughi è un primum per il Papa ed è la prima cosa che fa dopo aver incontrato le autorità”.

Anche in Centrafrica, come negli altri due Paesi, Francesco sarà in papamobile scoperta nei suoi spostamenti per avere un contatto diretto con la gente. Particolarmente significativo l’incontro con la comunità musulmana centrafricana, nella moschea centrale di Bangui. Il Pontefice apprezza lo sforzo della “piattaforma interreligiosa” del Paese africano, che vede tra i protagonisti l’arcivescovo di Bangui, Nzapalainga, un pastore evangelico e un imam.

Centrafrica, nessun cambiamento sul programma
Momento centrale della visita a Bangui la Messa alla cattedrale dove il Papa aprirà la Porta Santa del Giubileo della Misericordia. Rispondendo alle domande dei giornalisti, il direttore della Sala Stampa Vaticana ha affermato che il messaggio di pace e riconciliazione del viaggio in Africa non viene modificato, semmai rafforzato, dopo gli eventi tragici di Parigi. E ha ribadito che nulla cambia per la visita in Centrafrica:

“Non è cambiato niente, rispetto a quello che abbiamo detto 50 volte, per cui io lo ripeto la 51.ma: cioè, che il Papa desidera andare in Centrafrica, che il programma continua a essere di andare in Centrafrica, che noi ci orientiamo tutti in questo senso, che come ogni persona saggia monitoriamo la situazione e si vede quello che succede… Tuttavia, allo stato attuale noi continuiamo a prevedere di andare in Centrafrica”.

In tutto, il Pontefice pronuncerà 19 interventi, 14 in italiano, 2 in inglese, 2 in spagnolo e uno in francese. Padre Lombardi ha quindi reso noto che il cardinale Pietro Parolin sarà al seguito del Papa in Kenya e Uganda, ma non in Centrafrica perché impegnato a rappresentare la Santa Sede alla Conferenza sul clima a Parigi.

Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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