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Siria, Iraq, Parigi. Vallini invita a «trasformare i cuori di pietra»

Ai Santi Quattro Coronati la preghiera di Roma per la pace. Il cardinale: «Nell’abbandono, nella guerra, senz’acqua,senza pane, nella paura, Cristo continua a dire: “Io ci sono per te”»

Vallini

Dobbiamo «trasformare i cuori di pietra in cuori di carne». Mercoledì 18 novembre, pochi giorni dopo le stragi di Parigi, il cardinale Agostino Vallini, presiedendo la preghiera dei  vespri per la pace in Siria e in Iraq nella basilica dei Santi Quattro Coronati, ha esortato i fedeli a testimoniare il Vangelo e non perdere di vista l’amore di Dio: «Se siamo capaci di scorgere in queste tragedie immani della storia umana l’immagine di Cristo risorto, noi, nella logica della fede, sapremo rispondere». La preghiera, organizzata dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese e dall’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, ha riunito i fedeli per commemorare le vittime del terrore in Siria e Iraq ma anche a Parigi; accanto a Vallini, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e Paolo Lojudice, vescovo ausiliare del settore Sud di Roma, che ha preso il posto di monsignor Zuppi nel coordinamento del Centro missionario diocesano. Ancora, alla preghiera hanno preso parte i fratelli delle Chiese orientali presenti a Roma e fra Firas Lutfi, francescano minore siriano in procinto di partire per Aleppo.

Il primo a parlare è stato proprio fra Lutfi. «Non è la prima volta che vado – ha raccontato -: vado a dare una mano ai miei fratelli religiosi e al mio popolo. C’è l’indigenza, il bisogno più assoluto di tutto: acqua, elettricità, medicine. Il bisogno di acqua tormenta le famiglie», ma è la violenza che costringe a scappare. «Fondamentalismo, fanatismo, terrore», scandisce fra Lutfi. Intere famiglie abbandonano tutto: «Non ci sono posti dove rifugiarsi, sono costretti ad attraversare il Mediterraneo. Per fare questo viaggio arrivano a vendere tutti i loro averi». In meno di un gorno intere popolazioni che hanno abitato un’area per secoli vengono sterminate. «Un vescovo siriano davanti alle telecamere urlava e piangeva. Chiedeva: “Perché la presenza cristiana che per due millenni ha fatto solo del bene in quella pianura in questo momento cruciale della storia deve scappare?”». Il frate ha poi ricordato le parole del Papa: «Francesco l’ha detto: è la bramosia, l’attaccamento al denaro a livello mondiale che non dà valore alla dignità di ogni uomo a causare tutto questo». La situazione è sempre più difficile: «Siamo in un tunnel. Non sappiamo se siamo all’inizio, a metà, o alla fine. Vorremmo uscire tutti quanti al più presto possibile; intanto i siriani, gli iracheni, tutti gli innocenti sono con Gesù che grida sul golgota il suo desiderio di pace». Ma non bisogna perdere la speranza: «Per fortuna ci sono fratelli e sorelle che testimoniano la loro fede, la loro speranza in un Dio che vince l’odio e la morte stessa e sono disposti a seguirlo fino a dare la propria vita per il Vangelo» ha concluso il frate.

«Perché gli innocenti soffrono, perché tanti morti, perché il commercio di armi? – ha chiesto ancora Vallini durante la meditazione -. Perché il mondo così evoluto vive e prospera sul sangue degli innocenti?». Non esiste una sola vera spiegazione: «Potremmo fare tante analisi, tutte avrebbero un’anima di verità. Potremmo analizzare le scelte politiche, l’incapacità di chi ci governa di trovare una via comune, la durezza del cuore di chi prospera e lucra sulle guerre – accusa il cardinale -: tanti si arricchiscono, diventano capitalisti, grandi capitalisti; non solo singoli ma anche grandi governi». L’unica risposta possibile è la fede: «Purtroppo oggi tanti cuori sono di pietra. Non c’è una spiegazione, c’è il mistero dell’amore di Cristo, che dice, nell’abbandono, nella guerra, senz’acqua, senza pane, nella paura, nell’angoscia, “io ci sono per te”».




Redazione Papaboys (Fonte www.romasette.it/Vanessa Ricciardi)

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