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Francia: il fallimento politico di Hollande

Ma di quali scelte economiche parliamo? I francesi sono terrorizzati dal matrimonio e dall’adozione gay (non a caso la metà dei sindaci continua a rifiutarsi di celebrare nozze gay), dall’indottrinamento LGTB nelle scuole, tanto che le famiglie hanno promosso una giornata di sciopero, dall’eliminazione dai documenti ufficiali delle parole “padre” e “madre”, e da altre gratuite violenze proposte da Hollande. La Manif è la grande vincitrice di queste amministrative, ed ha isolato la sinistra violenta ed europeista, schiava delle lobby gay, in poche città. Ma saranno le Europee a sancire la sconfitta dell’ideologia gender in Francia. E lo vedrete presto. Dopo la batosta alle amministrative, Francois Hollande è stato costretto a cambiare. Lo tsunami elettorale che ha colpito i socialisti non poteva avere altro esito. I socialisti hanno perso ben 155 comuni, il partito di centrodestra, Ump, ne ha conquistati 151 e 15 sono andati al Front National di Marine Le Pen. Il cambiamento più importante da parte di Hollande è stata la sostituzione del primo ministro: dimissionato Jean-Marc Ayrault, è stato nominato Manuel Valls, che finora era stato ministro degli Interni. Troppe le promesse disattese e troppe tasse, tanto che lo stesso Hollande, che ieri è apparso in tv per dire di avere «ascoltato il messaggio» elettorale, ha promesso di “ridare forza all’economia” per riconsegnare ai connazionali “potere d’acquisto” e “sgravi fiscali” per le famiglie.

C’è, però, un fattore che non va dimenticato. Queste elezioni, infatti, sono state le prime di ordine generale dopo le manifestazioni di piazza contro le nozze omosessuali. Come ha inciso, se ha inciso, la Manif pour tous? Certo, essa non ha carattere politico, e non ha dato indicazioni di voto, ma non è così peregrino – visto la sua grande capacità di mobilitazione – chiedersi se, in qualche modo, essa abbia influito sull’esito delle elezioni. Ne è convinto, ad esempio Roland Hureaux, nel comitato editoriale di celebri riviste cattoliche come Communio e Commentaire, che ha inviato a non sottovalutare il fattore Manif: “È sfuggito a molti – ha detto Hureaux – ma occorre sottolineare un punto. Se il centrodestra ha registrato un ottimo risultato generale, ha perduto proprio nelle due capitali, Parigi e Strasburgo, quest’ultima in chiave europea, dove i candidati neogollisti hanno preso una posizione inusuale sulle nozze gay rispetto alla linea del partito: a favore, nel caso di Strasburgo, o neutra, nel caso di Parigi”. Proprio nella capitale, ha prevalso infatti Anne Hidalgo col 54,5 dei consensi e grazie all’appoggio, strappato all’ultimo, dei verdi. Secondo Hureaux, proprio la neutralità proclamata dalla sua sfidante Nathalie Kosciusko-Morizet, ha consentito a Hidalgo di prevalere: “Lo mostra pure un fatto: i quattro sindaci neogollisti di settore che hanno firmato il protocollo della Manif sono tutti stati eletti al primo turno. In diversi quartieri, c’è stata delusione fra i cattolici per la scelta della Kosciusko-Morizet”. di Giovanni Profeta*

Caricatura sul presidente della Francia, Hollande.
Caricatura sul presidente della Francia, Hollande.

La fonte dell’articolo è tratta da: tempi.it

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