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Usa, arrestato il killer della chiesa

Usa, arrestato il killer della chiesaL’Fbi ha identificato prima e catturato poi (secondo quanto riferisce la Cnn) il killer della strage nella chiesa di Charleston: il suo nome è Dylann Storm Roof, di 21 anni. Roof, ha reso noto la polizia, è di Lexington, in South Carolina. Secondo alcune fonti, è stato segnalato all’Fbi da suo zio, che lo ha riconosciuto nelle prime foto riprese da una telecamera di sorveglianza e diffuse dalla polizia dopo la strage. Secondo lo zio al ragazzo era stata regalata una pistola calibro 45 per il suo compleanno, nell’aprile scorso. 

In una foto diffusa dalla polizia, Dylann Roof, il killer di Charleston, appare con lo sguardo truce e con indosso un giubbotto nero su cui sono cucite due bandierine: una è degli afrikaner del vecchio Sudafrica dell’apartheid, l’altra è della defunta Rhodesia razzista. La polizia ha anche diffuso un’altra foto che sembra essere una segnaletica, in cui Roof sembra indossare una tuta arancione da galeotto. Secondo alcune fonti, in passato Roof sarebbe stato incriminato per reati di droga e per violazione di domicilio. 

Sono 9 i morti nella chiesa metodista episcopale Emmanuel African Methodist Episcopal. Il killer ha ucciso sei donne e tre uomini e ha risparmiato una donna dicendole che la lasciava andare affinché raccontasse a tutti quanto accaduto. Tra i sopravvissuti c’è anche un bambino di cinque anni. Era lì con la sua famiglia quando il killer ha iniziato a sparare. È riuscito a salvarsi la vita gettandosi per terra e fingendosi morto, accanto alle nove vittime.

Charleston è la città in cui un poliziotto bianco è stato incriminato per aver sparato lo scorso aprile alle spalle di un giovane nero, Walter Scott, uccidendolo. Tra i morti della strage c’è il pastore della chiesa, un membro democratico del Senato della South Carolina: Clementa Pinckney, 41 anni e padre di due figli. Il reverendo era stato uno dei simboli della veglia per Walter Scott.

Usa, arrestato il killer della chiesa
Il capo della polizia della città, Gregory Mullen, ha riferito che otto delle vittime sono morte all’interno della chiesa metodista, mentre la nona è deceduta in ospedale. “Credo che sia un crimine d’odio”, ha detto Mullen. Il giovane bianco cui la polizia sta dando la caccia ha aperto il fuoco intorno alle 21 di ieri, mentre era in corso una preghiera. In un tweet, la polizia di Charleston ha scritto che “il sospetto della sparatoria a Calhoun St è un bianco di circa 21 anni, di corporatura minuta, con indosso una felpa grigia, jean blu, stivali ed è senza barba”.

“È inimmaginabile che qualcuno nella società di oggi entri in una chiesa mentre la gente prega e la uccida”, ha commentato ancora il capo della polizia di Charleston. In un tweet, il senatore della Carolina del sud Tim Scott, repubblicano, ha scritto: “Il mio cuore sanguina per Charleston e la Carolina del Sud”. Nella strage è rimasto ucciso anche il suo collega democratico, Clementa Pickney, pastore della chiesa dove ha fatto irruzione il giovane.

“L’unica ragione per cui qualcuno dovrebbe entrare in una chiesa e sparare sulla gente che prega è l’odio”, ha fatto eco il sindaco di Charleston Joe Riley, secondo cui è stato commesso “il più intollerabile e incredibile degli atti”. La polizia non ha precisato quante persone fossero presenti al momento della strage in chiesa – dove ogni mercoledì si tengono dei corsi sulla Bibbia – ma ha detto che ci sono sopravvissuti. 

Gli Stati Uniti hanno aperto un’indagine federale “per crimine d’odio”: lo ha detto un portavoce del dipartimento di Giustizia. L’inchiesta è diretta dalla divisione per i diritti civili del dipartimento di Giustizia e dall’Fbi.

Nella sua dichiarazione dalla Casa Bianca il presidente Barack Obama è tornato ancora una volta a parlare della diffusione delle armi da fuoco negli Stati Uniti. “Ora è il momento del cordoglio”, ha detto, ma poi dovrà seguire una riflessione sulla questione. Stragi di questo tipo, ha sottolineato Obama, “non accadono in latri posti con questa frequenza” e “sarebbe sbagliato non riconoscerlo”. Per il presidente Usa, che si è rammaricato delle “troppe volte” nelle quali è dovuto intervenire dopo episodi simili, “è in nostro potere fare qualcosa al riguardo”.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire

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