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Stiamo zitti, San Francesco ci parla di Madonna povertà!

In questa giornata mondiale dei poveri chi meglio di San Francesco può guidarci nel mistero? Fu il crocifisso di S.Damiano a rivelare a Francesco una cosa molto importante che cercò di non dimenticare, anzi che fu la guida costante della sua vita.

La povertà non consisteva nell’aiutare i poveri, consisteva nell’essere povero.

Aiutare i poveri era cosa fondamentale essendo parte ed espressione della carità ma essere povero era un’altra cosa. Gesù era stato povero. Francesco voleva essere povero. Essere povero significava non avere nulla o quasi nulla, significava non possedere ricchezze, non possedere cose, non possedere denaro, non possedere sicurezze, proprio come i poveri, proprio come Gesù.

san francesco

Ed è appunto l’immagine di “Madonna Povertà”, (inventata da Francesco) , l’immagine meno amabile e tuttavia la più inquietante e affascinante messa in circolazione in una società piena di poveri per forza, deserta di poveri per amore. 

“Madonna Povertà” fu l’amata sposa di Francesco.

Egli aveva contemplato nei suoi occhi il mistero della incarnazione del Verbo. “Madonna Povertà” che aveva visto nel lebbroso era la povertà del mondo intero, era la solidarietà con tutto ciò che è piccolo e debole e sofferente; era il punto più caro della misericordia di Dio. Madonna povertà! I suoi occhi erano perle piene di lacrime ma pieni di un mistero svelato a pochi. Il suo profumo era il profumo delle cose invisibili che ti invitano non all’eros delle cose facili ma all’agape degli eroi dello spirito. Fino allora Francesco aveva pensato che la povertà era la maledizione della terra, un errore della creazione, una specie di dimenticanza di Dio, un caos inesprimibile che ingoiava gli uomini per farli soffrire. Ora invece vedeva oltre! La maledizione non stava nella povertà, ma nella ricchezza, nella potenza, nel troppo che induriva i cuori e li avvelenava.

san francesco e madonna povertà

Certo anche tra i poveri c’erano distinzioni e difatti Francesco pensando ai poveri incontrati, cominciò a vedere che c’erano dei poveri soltanto poveri, molto tristi,sovente arrabbiati e certamente non beati. E c’erano dei poveri beati.

Poveri in cui la povertà era un vestito bello. Poveri che avevano la convinzione di essere guidati da Dio, sorretti dalla sua Presenza. Poveri capaci di amare nonostante le angherie subite, pazienti nelle prove, ricchi di speranza, forti nelle avversità. Poveri che erano beati perchè ogni giorno potevano testimoniare che Dio era presente nella loro vita e che provvedeva a loro come agli uccelli del cielo che non posseggono granaio.

Questo si era interessante per Francesco, poter testimoniare a se stesso e agli altri che solo Dio gli bastava e che non doveva preoccuparsi di nulla, proprio di nulla, come ” i gigli del campo che non filano e non tessono ma nemmeno Salomone è vestito come loro”.

Il pensiero di essere sfamato, vestito, guidato da Dio stesso lo esaltava e nessuna forza al mondo lo avrebbe convinto a cambiare idea.La scelta del povero non era una scelta sociale, politica ma una scelta mistica. Un atto d’amore gratuito, per il Vangelo.

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