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Putin, presidente della Russia, positivo al coronavirus? Il portavoce è stato contagiato

Notizia dell’ultima ora dalla Russia, il presidente Wladimir Putin è positivo al Coronavirus? Dopo la diffusione della notizia del contagio del portavoce, le domande rimbalzano sulle agenzie di tutto il mondo.

Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, è risultato positivo al coronavirus e si trova in ospedale: lo riferisce l’agenzia di stampa Ria Novosti. In Russia nelle ultime 24 ore si sono registrati 10.899 nuovi casi di Covid-19, superando così quota 10.000 per il decimo giorno di fila. In totale, i casi accertati in Russia dall’inizio dell’epidemia salgono ora a 232.243. Lo riporta la task force anti-coronavirus russa, secondo cui le morti provocate dal nuovo virus in Russia sono 2.116, di cui 107 nel corso dell’ultima giornata. Al momento, stando ai dati della Johns Hopkins, la Russia supera anche la Spagna per casi totali e si posiziona alle spalle degli Stati Uniti. Secondo la task force in Russia sono stati eseguiti 5,8 milioni di tamponi.

La Russia supera i 221mila casi ufficiali di contagio da Covid-19 (solo ieri se ne sono contati più di undicimila) e si lascia dietro perfino l’Italia, uno dei Paesi più colpiti: è ora al terzo posto al mondo.

putin.papafrancesco.diretta.4.07.2019

E con le 99 vittime ufficialmente registrate ieri, il totale dei morti nella vasta Federazione ha valicato la soglia dei duemila. Nonostante questo dilagare della malattia, da oggi le misure di isolamento saranno allentate: edilizia, agricoltura e settore energetico potranno ripartire, sia pure nel rispetto di norme stringenti. Come in altri Paesi, d’altra parte, Vladimir Putin è obbligato a difficili compromessi tra la protezione della salute pubblica e il rilancio dell’economia sofferente. «È pericoloso accelerare sulle riaperture ha detto il presidente russo ma anche il non agire lo è».

La sottolineatura dell’ufficialità dei dati forniti non è casuale: è ragionevole pensare che quelli reali siano ben peggiori, se si pensa che il sindaco di Mosca Sergei Sobyanin ha ammesso giorni fa che nella sola capitale i casi dovrebbero essere circa 300mila. Sono numeri inquietanti, ma per Putin lo sono ancor di più quelli relativi alla sua popolarità, che secondo l’istituto statistico Levada (in pratica l’unico indipendente e affidabile nel Paese) è scesa sotto la soglia del 60 per cento: insolitamente bassa per un presidente-padrone anche di gran parte dei media nazionali – abituato a veleggiare sull’80 per cento. Addirittura la fiducia dei russi nelle sue capacità è precipitata al 35. È la sofferta gestione dell’epidemia a costar caro a Putin, che dunque ieri, da consumato giocatore di poker qual è, ha deciso di rilanciare per evitare di far «vedere» ai russi un piatto deprimente. Il presidente ha puntato metà delle sue fiches su una serie di proposte a sostegno dell’economia e dei cittadini, con prestiti e sgravi fiscali per le imprese e contributi alle famiglie con bambini. E l’altra metà sul dato (sempre ufficiale) delle vittime, in proporzione assai più basso di quello di tanti Paesi occidentali. «Le nostre misure sanitarie e di prevenzione hanno salvato migliaia di vite ha detto Putin, che parlava in diretta televisiva -. Questo è stato possibile e continuerà ad esserlo grazie alla qualità del nostro sistema sanitario. L’esperienza a livello mondiale ha insistito il leader del Cremlino mostra che proprio i sistemi sanitari impreparati e sovraccarichi sono diventati la principale causa di mortalità, perché non hanno potuto salvare chi aveva bisogno di aiuto. Noi invece ora questo aiuto possiamo darlo».

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