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Oggi, 30 ottobre 2021, è la festa di Sant’Angelo da Acri, il frate mistico delle estasi. Miracoli e Supplica per una grazia

Sant’Angelo da Acri, frate: vita e preghiera

Sant’Angelo da Acri è stato un sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini,. Predicò la parola di Dio con un linguaggio adatto ai semplici. È stato canonizzato da papa Francesco il 15 ottobre 2017.

La sua storia

Nasce ad Acri (Calabria) il 19 ottobre 1669 con il nome di Lucantonio Falcone; era figlio di persone umili.

Educato e istruito nella vita interiore dallo zio sacerdote, dopo vari tentennamenti e attenta riflessione, entrò nell’Ordine Francescano dei Cappuccini ed emise la professione religiosa.

Con atto giuridico, scritto di proprio pugno affermava:

Io Fratel Angelo d’Acri chierico cappuccino che nel secolo mi chiamavo Luca Antonio Falcone, colla presente dichiaro e faccio fede, qualmente oggi 12 novembre 1691 a ore 18 ho finito l’anno di Probazione, essendo stato un anno intero continuo, così ho fatta la solenne Professione nelle mani del Padre Giovanni d’Orsomarso maestro dei novizi…

Dopo un’intensa preparazione, il 10 aprile 1700, giorno di Pasqua, fu ordinato sacerdote nel duomo di Cassano Jonio e dai superiori venne destinato al ministero della predicazione.

In un ambiente pieno di contrasti sociali e di scontri, con la ricchezza concentrata nelle mani di pochi, mentre i poveri contadini, pastori e le plebi urbane erano nella miseria, con tutti i mali caratteristici del Meridione, padre Angelo esercitò il ministero della predicazione, usando un linguaggio semplice proprio della scuola francescana, in modo particolare di san Bernardino da Siena (1380-1444) e di san Leonardo da Porto Maurizio (1676-1751), con il metodo delle missioni popolari.

Predicò in quasi tutta l’Italia meridionale: a Salerno, Napoli, Montecassino e in quasi tutte le città o paesi di Calabria quali Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Messina.

Si schierò dalla parte dei deboli contro gli abusi e le prepotenze dei potenti, castigando la corruzione del suo tempo e denunciando con passione e accanimento le ingiustizie sociali.

Malgrado la sua riluttanza a occupare posti di responsabilità, il beato Angelo, nel corso della sua vita religiosa, fu nominato più volte maestro dei novizi, guardiano (a Mormanno, a Cetraro e ad Acri), visitatore e definitore provinciale, ministro provinciale, carica che tenne dal 1717 al 1720 e pro-visitatore generale nel 1735.

Profondo conoscitore delle Sacre Scritture e delle Opere dei santi Padri, naturalmente portato alla poesia, ebbe anche una buona cultura umanistica e filosofica.

Il padre Angelo ebbe i doni carismatici dei miracoli, delle estasi, della profezia, della bilocazione, delle guarigioni e della penetrazione dei cuori. Visse, inoltre, nell’esercizio eroico dell’amore verso Dio e verso il prossimo.

Sant'Angelo da Acri
Sant’Angelo da Acri

La morte e il culto

Muore ad Acri, tra il compianto generale, il 30 ottobre 1739.

Dopo la morte, da tante parti della Calabria e dell’Italia meridionale, dalla Corte di Napoli e dallo stesso re delle Due Sicilie, Ferdinando di Borbone, incominciarono a pervenire e a farsi insistenti le richieste e le sollecitazioni, affinché padre Angelo, che ancora vivente era stato oggetto di grande venerazione, venisse proclamato santo.

Fu beatificato il 18 dicembre 1825 da Papa Leone XII; Papa Francesco lo ha canonizzato da il 15 ottobre 2017.

Alla Congregazione per le cause dei santi sono stati presentati i seguenti miracoli per la beatificazione di Angelo D’Acri:

  1. L’immediata guarigione di Marianna Bernaudo, sorella del vicario generale di Bisignano, che dimorava in Acri.
  2. La resurrezione di Francesco Sirimarco di Sant’Agata d’Esaro.
  3. L’istantanea e perfetta guarigione del settenne Pietro Sacco da Bisignano.

Dai sui contemporanei fu chiamato per antonomasia “Il predicatore calabrese” e “L’apostolo delle Calabrie”.

(Fonte it.cathopedia.org)

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Preghiera a Sant’Angelo d’Acri

O Sant’Angelo d’Acri,

che in questo mondo attendeste con tutto il cuore a dilatare la gloria di Dio,

e Iddio coi doni suoi vi rese lo stupore delle genti,

per i tanti prodigi operati a vostra intercessione e per le vostre preghiere.

Deh! or che siete di gloria coronato nel Cielo,

pregate per noi miseri mortali,

affinché il Signor ci dia la grazia di amarlo con tutte le forze dello spirito fino a che viviamo,

e ci dia la perseveranza finale, ond’essere un giorno a goderlo in vostra compagnia. Amen.

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

Oppure:

Glorioso Sant’Angelo oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.

Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna. Amen.

Un altro grande frate da invocare

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