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Non sparlare degli altri. Invidia, calunnia e cattiveria gratuita sono mestieri che insegna il diavolo

Non sparlare degli altri. Invidia, calunnia e cattiveria gratuita sono mestieri che insegna il diavolo

E’ uscita questa sera, la nuova puntata dei Tutorial per l’anima, sul canale YouTube della Redazione Papaboys, rubrica settimanale di ‘parole nuove’ curata da Fra Emiliano Antenucci, scrittore e Rettore del Santuario della Madonna del Silenzio.

E’ il video n.14 dell’originale ed innovativo ciclo di catechesi sperimentato in collaborazione  con  la redazione di PAPABOYS 3.0, ed ha per titolo: ‘NON SPARLARE DEGLI ALTRI’. 

Ecco il contenuto della nuova puntata!

NON SPARLARE DEGLI ALTRI

Papa Francesco piu volte ha ricordato di non sparlare degli altri e in un’angelus a braccio dice:

“Vi consiglio un digiuno che non vi darà fame: digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze: “in questa Quaresima non sparlerò degli altri, non farò delle chiacchiere”. E’ un bel digiuno questo. Sarà utile anche leggere ogni giorno un brano del Vangelo, portarlo in borsa, e prenderlo quando si può. Questo fa aprire il cuore al Signore”. (#PapaFrancesco, dopo l’Angelus del #28febbraio)

(CONTINUA DOPO IL VIDEO)

VUOI VEDERE IL NUOVO TUTORIAL? ECCOLO, sul canale You Tube della Redazione Papaboys

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Papa Francesco all’intervista con la giornalista Valentina Alazraki (28 maggio 2019): “Le ho dato un opuscolo che sto distribuendo nella Curia, perché siamo più propensi a parlare male della gente, ci viene bene. Ci può dire come si chiama? R. – “Non sparlare degli altri”, “Non criticate la gente”. Questo è un difetto che abbiamo tutti, vediamo subito il difetto dell’altro, spettegoliamo, spettegoliamo. E questo vale per tutti: governanti, non governati, ragazzi, giovani, uomini, donne, tutti. Dicono che le donne sono più pettegole. Non è vero! Anche gli uomini sono pettegoli”.

Lo sparlare, l’invidia, la calunnia, la cattiveria gratuita sono mestieri che insegna il diavolo, invece la discrezione, la gentilezza, la tenerezza, la misericordia sono arti che insegna la Madonna.

Non guardare e non sparlare degli altri, vivi il presente, impegnati ogni istante ad occhi aperti per il sogno che Dio ha per te e guarda tutto con lo sguardo sapiente della mano di Dio.

Puoi acquistare ‘NON SPERLARE DEGLI ALTRI’, l’ultimo libro di Fra Emiliano Antenucci, con la prefazione di Papa Francesco
.

Non ho tempo per vedere cosa fanno gli altri, ma ho il tempo necessario per impegnarmi ogni istante per fare quello che Dio vuole da me. Non ho tempo per sparlare degli altri, ma ho il tempo per pregare e amare, non spregando il tempo in chiacchiere e mormorazioni, neanche con “fantasie” mentali sulla vita degli altri. Concentrati sulla tua vita e come migliorarla, non avrai tempo di impicciarti della vita degli altri.

Se una persona prega sul serio e si sporca le mani di carità con la gente non ha tempo di sparlare e criticare. La lingua rivela cio che c’è nel cuore, se nel cuore c’è la pace comunichi serenità e ottimismo, se nel cuore c’è la guerra comunichi polemica e odio.

San-Filippo-Neri
San-Filippo-Neri

Concludo con una storia vera della vita di san Filippo Neri:

A una donna che si accusava di frequenti maldicenze, san Filippo Neri domandò: «Vi capita proprio spesso di sparlare così del prossimo?». «Molto spesso, padre», rispose la donna. «Figliola, il vostro errore è grande. È necessario che ne facciate penitenza. Ecco cosa farete: uccidete una gallina e portatemela subito, spennandola lungo la strada da casa vostra fin qui». La donna ubbidì, e si presentò al santo con la gallina spiumata.

«Ora», le disse Filippo, «ritornate per le strade attraversate e raccogliete ad una ad una le penne della gallina…». «Ma è impossibile, padre», ribatté la donna; «col vento che tira oggi non si troveranno più». «Lo so anch’io», concluse il santo, «ma ho voluto farvi comprendere che se non potete raccogliere le penne di una gallina sparpagliate dal vento, come potrete riparare a tutte le maldicenze gettate in mezzo alla gente, a danno del vostro prossimo?».

A cura di Fra Emiliano Antenucci

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