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Martedì 23 febbraio – Ci sei tu che cerchi il mio sguardo

Martedì 23 febbraio - Ci sei tu che cerchi il mio sguardoIn quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato. Matteo 23,1-12.

In te ho tutto.
Dio.
Padre.
Amore.
Vita.
Chi altro dovrei seguire?
Chi altro potrei amare?
Sei tutto.

C’è chi si siede in cattedra.
E mi indica cosa fare.
E mi dice quanto portare.
E poi ci sei tu.
Seduto accanto a me.
A fare con me.
A portare me.

C’è chi cerca lo sguardo della gente.
C’è chi si fa bello per piacere.
Si siede in prima fila.
Cerca applausi e titoli per sé.
E poi ci sei tu.
Che cerchi il mio sguardo.
Che mi fai bella.
Che ti siedi dove sono io.
E sono io la tua gioia.
“Amore mio” è il titolo che vuoi per te.
Che vuoi dalla mia voce.

Sei la mia guida.
Strana guida.
Che mi segue.
Che mi serve.
Che si fa ultimo con me.

Di Don Mauro Leonardi


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