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Insiediato nella Diocesi di Ascoli il Vescovo Giovanni d’Ercole

2 - CopiaASCOLI – Ha iniziato il suo cammino pastorale nella Diocesi di Ascoli come sempre, con umiltà e semplicità: “Avevo preparato l’omelia, ma non me la sento di leggerla. Perchè voglio parlarvi al cuore!” Sono queste le prime parole di monsignor Giovanni D’Ercole da pastore della diocesi di Ascoli. Il nuovo Vescovo, come prima cosa, ha voluto salutare le tante persone che non sono voluti mancare a questa celebrazione. Tra loro il vescovo di L’Aquila, l’ascolano Giuseppe Petrocchi, i sacerdoti della diocesi abruzzesi e quanti nel corso degli anni hanno condiviso con monsignor D’Ercole il suo cammino di fede.

“Vedo in mezzo a voi tanti volti che non conosco e che diventeranno la mia famiglia. Ma accanto a loro vedo tanti volti conosciuti: ad ognuno di voi giunga la mia carezza”. Il Vescovo ha rivolto un ringraziamento a monsignor Luigi Conti, l’arcivescovo di Fermo che è stato l’amministratore apostolico della diocesi ascolana: “lo ringrazio per aver curato la diocesi dopo la malattia e la morte di monsignor Silvano Montevecchi”. E non è mancato neppure un ricordo affettuoso al suop predecessore al quale ha reso omaggio. “Leggendo il suo testamento spirituale – ha sottolineato monsignor D’Ercole – sono stato colpito da una parole rivolte agli ascolani esortandoli a rimanere ‘saldi nella fede ed operosi nelle opere di carità’. Tu, dal cielo, aiutaci affinchè sia così”. Poi ha ripercorso le parti del parti del Vangelo di Giovanni cantato dal diacono nel corso della funzione religiosa, prima di concludere la sua omelia. “Aiutatemi ad essere un pastore vero, non un manager della spiritualità. Venendo qui ad Ascoli – ha spiegato il vescovo – ho visitato alcuni luoghi simbolici. Li ho scelti perchè rappresentano l’orientamento della mia vita. Ho incontrato i detenuti, i poveri, gli anziani, coloro che sono senza lavoro. Noi dobbiamo essere porte aperte di solidarietà”.

Prima di concludere, poi, monsignor D’Ercole ha voluto ribadire la sua devozione alla Madonna. “Lo sono sempre stato, fin da bambino – ha raccontato – e i miei familiari che sono qui lo possono testimoniare che non sono mai mancato al mio paese per la festa in suo onore, neppure quando ero lontano. Arrivare qui e trovare la Madonna delle Grazie in questa chiesa non può che essere per me motivo di gioia. A lei affido il mio episcopato per costruire insieme un tratto felicità”. In precedenza monsignor D’Ercole si era recato nel carcere di Marino del Tronto, all’ospedale Mazzoni e al villaggio di Santa Marta. La prima tappa è stata Monsampolo del Tronto.

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