Pubblicità
HomeNewsCorpus et SalusE' guarito il medico italiano malato di ebola

E’ guarito il medico italiano malato di ebola

310x0_1413652639059_rainews_20141018185503888Era stato contagiato in Sierra Leone e lavorava per Emergency – È guarito da ebola il medico italiano di Emergency contagiato in Sierra Leone e ricoverato all’ospedale Spallanzani.

Per oggi è attesa la  conferenza stampa nell’ospedale romano.

Il medico catanese, contagiato in Sierra Leone, nei giorni scorsi ha avuto netti miglioramenti ed è entrato nella fase di convalescenza.

All’incontro con la stampa parteciperanno anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il personale dello Spallanzani, a partire dal direttore scientifico Giuseppe Ippolito, e il presidente di Emergency Cecilia Strada.

POTREBBERO ESSERE I PIPISTRELLI LA CAUSA DEL CONTAGIO

Sarebbe Emile Ouamouno, un bimbo di 2 anni della Guinea, il paziente zero dell’epidemia di Ebola che ha colpito l’Africa. Il piccolo, morto nel dicembre 2013, sarebbe stato infettato dal virus mentre giocava nel tronco di un albero abitato da una colonia di pipistrelli della frutta. E’ quanto sostengono i ricercatori del Robert Koch Institute di Berlino, in Germania, nello studio pubblicato sulla rivista “Embo Molecular Medicine”.  Le epidemie di Ebola sono risultate tutte di origine zoonotica, ‘passate’ cioè dagli animali all’uomo per contatto diretto o indiretto. Per quanto riguarda i mammiferi, “abbiamo monitorato le grandi popolazioni di animali vicino al villaggio di Meliandou nella Guinea sud-orientale e non abbiamo trovato alcuna prova che siano causa del focolaio attuale”, afferma Fabian Leendertz del Robert Koch Institute. Il secondo ‘percorso’ di infezione appare dunque il più plausibile, in quanto il contatto diretto con i pipistrelli è molto usuale nella regione colpita.

I pipistrelli della frutta sono il serbatoio del virus Ebola più comunemente ‘sospettato’, come hanno dimostrato anche focolai precedenti in Africa. Interviste effettuate con gli abitanti del luogo hanno rivelato che a Meliandou, dove viveva Emile, l’esposizione ai pipistrelli della frutta attraverso la caccia e il consumo di carne è comune. Eppure, sui pipistrelli della frutta ci sono dubbi: la fonte di infezione principale non dovrebbe essere correlata al cibo, altrimenti si sarebbero avuti altri casi prima – o in concomitanza – rispetto al ‘caso zero’ individuato nel bimbo di 2 anni. Ecco che allora gli esperti tedeschi hanno iniziato a studiare una grande colonia di pipistrelli insettivori senza coda presente su un grande albero vicino al villaggio.

Gli abitanti hanno riferito che i bambini del luogo giocavano proprio dentro e intorno all’albero. Questo può aver portato a una massiccia esposizione ai pipistrelli. Il team multidisciplinare di ricercatori ha infine eseguito una missione sul campo di quattro settimane in Guinea nel mese di aprile 2014 per esaminare l’esposizione umana ai pipistrelli, per studiare la fauna locale e per catturare esemplari di pipistrelli a Meliandou e nelle foreste vicine, giungendo a conclusioni che si spera porteranno a un passo avanti nella lotta alla malattia. Il virus che si è diffuso in altre aree della Guinea, in Sierra Leone, Liberia, Nigeria e Senegal ha creato la più grande epidemia mai registrata di Ebola, che ha ucciso ad oggi oltre 7.800 persone. Fonte: RaiNews24

 

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome