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La lunga giornata di Papa Francesco, con il pensiero alla Gmg di Rio

hi-pope-francis-852-4182703CITTA’ DEL VATICANO – Un’altra giornata intensa è trascorsa anche per Papa Francesco, proviamo a riassumerla a seguire.

Dopo la S. Messa del mattino (trovate video e commento nell’articolo precedente nella sezione Sancta Sede) nella mattinata il Papa ha lanciato il seguente tweet dal suo account @Pontifex_it (lo trovate nella sezione Humanitas et web): Quanto ci fa bene lasciare che il Signore scuota la nostra vita tiepida e superficiale!

Ecco il resoconto degli appuntamenti di questo 7 aprile 2014 ricostruita con i commenti dei giornalisti della Radio Vaticana e con i video del Centro Televisivo Vaticano; un’altra giornata intensa trascorsa con incontri, visite ad limina ed udienze da Papa Francesco.

L’INCONTRO CON GLI ORGANIZZATORI DELLA GMG DI RIO

Un “viaggio indimenticabile” – racconta Roberta Gisotti alla Radio Vaticana -, quello di Papa Francesco in Brasile, la prima visita internazionale del Pontificato, lo scorso anno in luglio, per la Giornata mondiale della Gioventù. Nove mesi dopo, il Papa ne ha riparlato stamane con emozione ricevendo nella Sala Clementina in Vaticano il Comitato organizzatore della Gmg di Rio de Janeiro, guidato dal cardinale Orani Tempesta, arcivescovo della città. Il popolo carioca  mi ha ricevuto “a braccia aperte”, ha ricordato il Papa, accogliendo “con gioia particolare” il gruppo di circa 60 persone laici, religiosi, sacerdoti e vescovi che hanno permesso – ha sottolineato Francesco – che “l’amore di Dio toccasse – letteralmente – il cuore di milioni di persone”. “E parlando con il cuore, – ha aggiunto – ho una confidenza da farvi:”

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“Quando cheguei ao Brasil, no meu primeiro discurso oficial…”
“Arrivato in Brasile ho detto che volevo entrare nell’immenso cuore dei brasiliani chiedendo permesso, per farlo delicatamente e trascorrere la settimana con il popolo brasiliano. Però, alla fine di quella settimana, tornando a Roma, pieno di ‘nostalgia’, ho pensato che i ‘cariocas’ – (i cittadini di Rio) sono dei ‘ladri’! Sì, ‘ladri’, perché hanno rubato il mio cuore!”.

“Aproveito a presença de vocês aqui hoje para agradecer-lhes por este ‘rouboi’…
“Approfitto” quindi – ha detto – “per ringraziarvi di questo ‘furto’”, “per avermi contagiato con il vostro entusiasmo lì a Rio de Janeiro e, oggi, per avermi aiutato a ‘vincere’ la nostalgia del Brasile”.

“Sei que não foi fácil organizar um evento destas dimensões… ”
“So che non è stato facile organizzare un evento di queste dimensioni” e “che a volte qualcuno avrà pensato che non si potesse fare”, ha osservato ancora Francesco. Ma “le ore di lavoro, i sacrifici e addirittura i malintesi momentanei sono piccoli di fronte alla grandiosità dell’azione di Dio sulle nostre povere risorse umane. E’ la dinamica della moltiplicazione dei pani”.

“Não foi assim que aconteceu com a Jornada Mundial da Juventude?”.
Non è andata cosi con la GMG?” ha chiesto il Papa, richiamando i membri del Comitato a guardare ora al futuro, “rassicurati dalla certezza che Dio moltiplica sempre i nostri sforzi”, per diffondere il messaggio della Gmg: “andate senza paura, per servire”. Dobbiamo essere una “Chiesa in uscita”, ha concluso il Papa, invitando a seguire l’esempio di Giuseppe de Anchieta, apostolo del Brasile, di recente proclamato Santo, a “mantenere viva nel cuore dei brasiliani la fiamma d’amore per Cristo e la sua Chiesa”.
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LA VISITA AD LIMINA DEI VESCOVI DELLA TANZANIA

1_0_788507La diffusione costante e capillare del Vangelo per rendere più solida non solo la Chiesa ma anche la società della Tanzania, contro i mali procurati tanto dal secolarismo quanto dalle superstizioni. Papa Francesco ha affidato questa indicazione pastorale di sintesi ai vescovi del Paese africano, incontrati oggi in occasione della loro visita ad Limina. Il servizio è di Alessandro De Carolis della Radio Vaticana (i file sono disponibili anche in formato audio):RealAudioMP3 

La storia per capire come raggiungere il futuro. Papa Francesco sovente, nel tracciare la strada d’azione pastorale più idoena per la Chiesa di un singolo Paese, comincia dai germi di bene del passato che, nel caso della Tanzania, il Papa individua nello “zelo” e nei “sacrifici dei primi evangelizzatori”, coloro – ricorda – che alla nazione africana diedero le “solide basi” su cui svilupparsi. Al pari di loro, Papa Francesco chiede oggi ai vescovi della Tanzania di “mantenere e promuovere sempre” l’“imperativo missionario”, affinché “il Vangelo possa permeare ogni opera di apostolato e illuminare tutti i settori della società tanzaniana”. Ciò, prosegue, vuol dire che la Chiesa locale deve essere sempre in missione a ogni livello, a cominciare dai suoi sacerdoti ma non solo. Penso in particolare, osserva Papa Francesco, alla testimonianza “offerta da coloro che lavorano nell’apostolato sanitario della Chiesa, non ultimo nella cura di chi soffre per l’Hiv/Aids, e da tutti coloro che si sforzano di educare con attenzione le persone per ciò che riguarda la responsabilità sessuale e la castità”. E penso, soggiunge, anche a chi si dedica “allo sviluppo integrale dei poveri e, in particolare, delle donne e dei bambini indigenti”.

Sempre poi, in questo tipo di incontri, Papa Francesco sprona i vescovi a comportarsi da “padri e fratelli” per i loro preti, giacché “grande – dice – è il bisogno di sacerdoti santi, istruiti e zelanti”. Garantite loro, chiede, “un’adeguata formazione umana, spirituale, intellettuale e pastorale, non solo in seminario, ma per tutta la vita”. E lo stesso avvenga anche per i catechisti, il cui lavoro, ribadisce, è “davvero notevole” nel “promuovere il Vangelo e la pienezza della vita cristiana”. “Fate ogni sforzo – è la richiesta di Papa Francesco – per provvedere i catechisti di una comprensione globale della dottrina della Chiesa. Questo – sottolinea – li rafforzerà non solo nel contrastare le sfide della superstizione, l’aggressività delle sette religiose e la secolarizzazione ma, cosa più importante, nel condividere la bellezza e la ricchezza della fede cattolica con gli altri, in particolare i giovani”. Lo sguardo successivo, immancabile, è per le famiglie. Ricordando il Sinodo di ottobre che le vedrà protagoniste, il Papa esorta a un apostolato specifico che sia “più energico”, attraverso “un’assistenza spirituale e concreta libera da compromessi e disinteressata”. “Promuovendo la preghiera, la fedeltà coniugale, la monogamia, la purezza e l’umile servizio reciproco all’interno delle famiglie, la Chiesa – è la convinzione di Papa Francesco – continua a dare un prezioso contributo al benessere sociale della Tanzania, col quale, assieme al suo apostolato educativo e sanitario, favorisce certamente una maggiore stabilità e il progresso nel vostro Paese”.

Ultimo pensiero, non certa per importanza, è per la libertà religiosa e il Papa si dice “particolarmente incoraggiato” nel sapere che la Tanzania “si impegna a garantire la libertà di cui i seguaci di varie religioni godono nel praticare la loro fede”. La “continua protezione e la promozione di questo diritto umano fondamentale – sostiene – rafforza la società consentendo ai credenti, nella fedeltà ai dettami della loro coscienza e nel rispetto della dignità e dei diritti di tutti, di far progredire l’unità sociale, la pace e il bene comune”. In questo senso, ai vescovi tanzaniani va l’apprezzamento di Papa Francesco per gli sforzi messi in atto per favorire il “perdono, la pace e il dialogo” nelle “difficili situazioni di intolleranza e, a volte, di violenza e di persecuzione”.
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L’INCONTRO CON IL RE DI GIORDANIA

1_0_788443E’ durato circa 45 minuti l’incontro di questo pomeriggio alla Domus Santa Marta tra Papa Francesco e Re Abdullah II bin Hussein di Giordania. La visita ha avuto luogo nel contesto del viaggio del Santo Padre a maggio in Terra Santa, dove toccherà anzitutto la Giordania. Il Re ha avuto modo di riaffermare i sentimenti con cui il popolo giordano si prepara ad accogliere il Papa e la piena collaborazione per la pace e per il dialogo interreligioso. Sua Maestà il Re Abdullah II bin Hussein di Giordania è giunto in Vaticano poco prima delle ore 16. All’arrivo davanti alla Domus Santa Marta è stato accolto dal Prefetto della Casa Pontificia, S.E. Mons. Georg Gaenswein, e dal Capo del Protocollo, Mons. José Avelino Bettencourt, e nell’atrio della Domus è stato salutato dal Card. Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da S.Ecc. Mons. Dominique Mamberti. Alle 16,45 circa la delegazione della Giordania ha lasciato il Vaticano

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