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Venezuela: attaccate Chiese, distrutti Tabernacoli, rubate offerte

Diverse chiese sono state investite dagli atti di violenza verificatisi negli ultimi giorni in Venezuela: la notizia è stata data da mons. Victor Hugo Basabe, sottosegretario della Conferenza episcopale del Venezuela, parlando ai media. Secondo le informazioni inviate all’agenzia Fides, il sottosegretario ha detto che “alcune chiese che si trovano nei luoghi dove la conflittualità è stata alta, sono state attaccate da gruppi violenti”, anche “in piena Messa”. Ha citato quindi la chiesa di Santa Barbara a Mérida, dove gruppi irregolari hanno fatto irruzione mentre si celebrava la Messa. Inoltre le forze dell’ordine pubblico hanno aggredito un sacerdote, padre José Palmar, durante una marcia a Maracaibo, il 19 febbraio. Mons. Rafael Conde, vescovo della diocesi di Maracay, in un comunicato pervenuto a Fides ha denunciato gli atti sacrileghi e di vandalismo accaduti nella parrocchia di Nostra Signora di La Candelaria a la Otra Banda de La Victoria, nel comune di Ribas, nello stato di Aragua, dove è stato distrutto il tabernacolo, gettate in terra le ostie consacrate, rubato l’impianto stereofonico della chiesa e danneggiata la nicchia del Cristo crocifisso per sottrarre la cassetta delle offerte. Mons. Conde ha riferito anche di un altro atto vandalico avvenuto nella parrocchia di La Candelaria a Maracay.

“L’insicurezza ci riguarda tutti, non distingue, non chiede, siamo tutti sottoposti a queste violenze” ha commentato. Ieri si è registrata un’altra vittima, a Tachira: uno studente di 24 anni. Il Paese è diviso e mentre il presidente Maduro ha convocato un terzo “dialogo di Pace”, l’opposizione è ferma a non voler partecipare. Il Segretario generale dell’Oea (Organizzazione degli Stati Americani), José Miguel Insulza, ha detto alla stampa internazionale che la Chiesa cattolica potrebbe essere la mediatrice per portare avanti un vero dialogo di pace e risolvere la terribile situazione che il Venezuela sta vivendo da un mese. La giornata di mobilitazione pacifica nazionale organizzata da studenti ed opposizione venezuelana a Caracas si conclude con duri scontri tra polizia e manifestanti. Nel resto del Paese 3 persone sono rimaste uccise a colpi d’arma da fuoco portando a 25 il bilancio delle vittime in un mese di proteste. “Com‘è possibile che ci attacchino così?” denuncia una studentessa. “Le forze dell’ordine ci dovrebbero difendere! Siamo stanchi, si ripete ogni giorno. Veniamo per protestare ma ce lo impediscono e ci minacciano”. La capitale venezuelana ieri ha visto scendere in piazza non solo le opposizioni antichaviste ma anche i sostenitori del Presidente Nicolás Maduro: “Io sono obbligato, obbligato dalle mie responsabilità costituzionali ad adottare misure speciali e le applicherò all’epicentro dell’attacco dei fascisti. Sono obbligato a farlo e non mi lascio intimidire” ha detto il successore di Hugo Chavez. Entrambe le manifestazioni hanno riunito migliaia di persone. Nessun incidente nel raduno dei sostenitori di Maduro. Intanto l’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasud) ha deciso la creazione di una commissione di Ministri degli Esteri per appoggiare l’uscita dalla crisi in Venezuela. a cura di Giovanni Profeta*

 

 

La fonte è tratta da: radiovaticana.it

 

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