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Vangelo (6 Novembre) Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi

Commento al Vangelo di questo lunedì: Quando offri un pranzo o una cenaLc 14,12-14
Non invitare i tuoi amici, ma poveri, storpi, zoppi e ciechi.

Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

Nell’Antico Testamento sempre appare l’amore privilegiato del Padre celeste per i poveri della terra. Lui vuole che si viva la perfetta legge della comunione, della condivisione, della partecipazione di tutti ai beni della terra. Non solo quando si è attorno al suo tempio santo, quando si offrono i sacrifici di comunione, ma in ogni altro momento della vita del suo popolo. La comunione con Dio deve necessariamente trasformarsi in comunione con gli uomini. È legge perenne. Comunione reale, spirituale, di fede, nella morale, nella santità, nei beni di questo mondo.

Quando avrai finito di prelevare tutte le decime delle tue entrate, il terzo anno, l’anno delle decime, e le avrai date al levita, al forestiero, all’orfano e alla vedova, perché ne mangino nelle tue città e ne siano sazi, allora dirai dinanzi al Signore, tuo Dio: “Ho tolto dalla mia casa ciò che era consacrato e l’ho dato al levita, al forestiero, all’orfano e alla vedova, secondo quanto mi hai ordinato. Non ho trasgredito né dimenticato alcuno dei tuoi comandi. Non ne ho mangiato durante il mio lutto, non ne ho tolto nulla quando ero impuro e non ne ho dato a un morto. Ho obbedito alla voce del Signore, mio Dio, ho agito secondo quanto mi hai ordinato. Volgi lo sguardo dalla dimora della tua santità, dal cielo, e benedici il tuo popolo Israele e il paese che ci hai dato come hai giurato ai nostri padri, terra dove scorrono latte e miele!”. Oggi il Signore, tuo Dio, ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme. Osservale e mettile in pratica con tutto il cuore e con tutta l’anima. Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che egli sarà Dio per te, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e ascolterai la sua voce. Il Signore ti ha fatto dichiarare oggi che tu sarai il suo popolo particolare, come egli ti ha detto, ma solo se osserverai tutti i suoi comandi. Egli ti metterà, per gloria, rinomanza e splendore, sopra tutte le nazioni che ha fatto e tu sarai un popolo consacrato al Signore, tuo Dio, come egli ha promesso» (Dt 16,12-19).




Conterai sette settimane. Quando si metterà la falce nella messe, comincerai a contare sette settimane e celebrerai la festa delle Settimane per il Signore, tuo Dio, offrendo secondo la tua generosità e nella misura in cui il Signore, tuo Dio, ti avrà benedetto. Gioirai davanti al Signore, tuo Dio, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava, il levita che abiterà le tue città, il forestiero, l’orfano e la vedova che saranno in mezzo a te, nel luogo che il Signore, tuo Dio, avrà scelto per stabilirvi il suo nome. Ricòrdati che sei stato schiavo in Egitto: osserva e metti in pratica queste leggi. Celebrerai la festa delle Capanne per sette giorni, quando raccoglierai il prodotto della tua aia e del tuo torchio. Gioirai in questa tua festa, tu, tuo figlio e tua figlia, il tuo schiavo e la tua schiava e il levita, il forestiero, l’orfano e la vedova che abiteranno le tue città. Celebrerai la festa per sette giorni per il Signore, tuo Dio, nel luogo che avrà scelto il Signore, perché il Signore, tuo Dio, ti benedirà in tutto il tuo raccolto e in tutto il lavoro delle tue mani, e tu sarai pienamente felice (Dt 16,9-15).

Gesù non abolisce questa legge del Padre suo. Le dona il suo completamento, la sua perfezione. I ricchi, quanti possiedono, quanti sono facoltosi non hanno bisogno di comunione materiale, reale, di cose. Essi possiedono già tutto. Offrire loro un pranzo o una cena è cosa sprecata. Si dona il nutrimento ad uno che è già sazio. Il già sazio poi, per disobbligarsi, invita a sua volta te che sei anche tu sazio. È una comunione sciocca, peccaminosa, perché non produce alcun frutto di bene né materiale e né spirituale. Questa legge della condivisione tra sazi viene abolita, abrogata per sempre. È legge degli uomini, non volontà del Padre suo. È cosa della terra non del Cielo.

Gesù vuole che si instauri una vera comunione reale, sostanziale, tra chi è ricco e chi è povero. Vuole questa comunione come legge di vita, non di alcuni momenti, speciali circostanze, feste straordinarie. Ogni giorno si vive e ogni giorno va applicata questa santissima legge di vita. Il povero è dalla vita del ricco. Sempre. Ma anche il ricco è dalla vita del povero. La vita eterna del ricco è dalla vita che lui dona al povero.




Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vivere nella santa legge.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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