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Vangelo – 4 Novembre 2018: Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.

Mc 12,28-34
Amerai il Signore tuo Dio. Amerai il prossimo tuo.

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Qual è il primo di tutti i comandamenti?

In ordine cronologico il primo comandamento è uno solo: essere sempre e solo per l’uomo dalla volontà del suo Dio, per essere sulla terra il continuatore della creazione, cioè il portatore e il datore della vita e il suo governatore in nome del suo Signore.

Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra» (Gen 1.26-28). Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire».

E il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda».

Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne. Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna (Cfr. Gen 2,1-25).

Questa tra l’uomo e il suo Dio non è una relazione artificiale, ma di natura, origine, costituzione ontologica, di essenza. Possiamo paragonare l’uomo ad un bambino nell’utero della madre. Come il bambino, se esce dall’utero materno prima di essere pienamente formato, non ha alcuna possibilità di vita, così è l’uomo. Lui deve rimanere sempre nella volontà del suo Dio se vuole rimanere in vita. Mentre dal grembo della madre si esce un giorno, dal grembo della volontà di Dio mai si dovrà uscire.

È il solo grembo della vita per l’uomo, sulla terra, nel tempo, e nell’eternità. Come Satana ha tentato Eva, facendola uscire dal grembo della divina volontà e fu la morte, così sempre ha tentato Gesù Signore, perché anche Lui uscisse dal seno del Padre. Lui però mai si è lasciato sedurre e sempre ha vinto le sue tentazioni. Rimanendo anche sulla croce nel seno della volontà del Padre, ha potuto operare l’umana redenzione.

Qual è allora il primo comandamento? Rimanere nella volontà di Dio. Non però in una volontà immaginata, fantasticata, pensata, scelta, voluta dall’uomo, ma nella volontà che il Signore ha manifestato, rivelato, consegnato all’uomo perché la osservasse. Questa volontà riguarda tutto l’essere dell’uomo in ogni sua relazione: con il suo Creatore e Signore, con la Donna, aiuto a Lui corrispondente, con gli altri uomini, con il tempo, con le cose. Tutto è dalla volontà di Dio, volontà che mai l’uomo dovrà interpretarsi. Interprete della divina volontà è solo lo Spirito Santo. Se l’uomo esce dal grembo di Dio, muore. Non ha alcuna possibilità di vita. Se muore, può produrre solo opere di morte, mai di vita. Solo il seno della divina volontà è la culla della vera vita.

Vergine Fedele, Angeli, Santi, insegnate ad ogni uomo che la sua vita è solo in Dio.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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