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Vangelo (3 Giugno) Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la pecora perduta

Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la pecora perdutaLc 15,3-7
Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta.

In quel tempo, Gesù disse ai farisei e agli scribi questa parabola:  «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?  Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.  Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».

Ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta

Oggi Gesù viene annunziato, presentato come il Buon Pastore. Dio è il Buon Pastore, il Pastore del suo gregge. Il Salmo canta questa verità con molta enfasi.

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici. Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, abiterò ancora nella casa del Signore per lunghi giorni (Sal 23 (22) 1-6).

Al Signore, al Pastore d’Israele, si chiede aiuto, soccorso, protezione, difesa. È da Lui ogni vita. Senza di Lui si è già nella morte, nel sepolcro spirituale, materiale, fisico.

Tu, pastore d’Israele, ascolta, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Seduto sui cherubini, risplendi davanti a Èfraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. O Dio, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Signore, Dio degli eserciti, fino a quando fremerai di sdegno contro le preghiere del tuo popolo? Tu ci nutri con pane di lacrime, ci fai bere lacrime in abbondanza. Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini e i nostri nemici ridono di noi.

Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la pecora perduta

Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Hai sradicato una vite dall’Egitto, hai scacciato le genti e l’hai trapiantata. Le hai preparato il terreno, hai affondato le sue radici ed essa ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne e i suoi rami i cedri più alti. Ha esteso i suoi tralci fino al mare, arrivavano al fiume i suoi germogli. Perché hai aperto brecce nella sua cinta e ne fa vendemmia ogni passante? La devasta il cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna.

Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell’uomo che per te hai reso forte. È stata data alle fiamme, è stata recisa: essi periranno alla minaccia del tuo volto. Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome. Signore, Dio degli eserciti, fa’ che ritorniamo, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi (Sal 80 (79), 1-20).

Dio ha però bisogno di pastori umani, visibili, presenti sempre nella vita del suo popolo. Purtroppo questi pastori quasi sempre hanno fallito la loro missione. In questo fallimento Dio decide di farsi Lui stesso pastore visibile. Si fa nel suo Figlio Unigenito. Diviene carne e nella carne è costituito Buon Pastore di tutte le pecore del Padre suo.

Gesù, il Buon Pastore, il Pastore delle nostre anime viene, rivela con parole e opere tutta la divina carità e fedeltà del Padre, consegna tutta la sua vita a questo ministero, sigillando il suo amore con il sangue, sulla croce. Il Vangelo è il Libro della misericordia, pietà, compassione, verità, dono di se stesso, obbedienza al Padre, che Gesù vive per amore del gregge. Non si è risparmiato in nulla. Anche il suo corpo ha dato in cibo e il sangue in bevanda di vita eterna. Ora ogni altro pastore in Lui, per Lui, con Lui sa come si deve pascere il gregge di Dio: consacrando tutta la vita, con una obbedienza fino alla morte di croce, al Signore per la salvezza delle sue pecore. È Gesù il solo modello di come si svolge il ministero di Pastore. Nessun uomo dovrà essere modello per un altro uomo. Gesù non si dimise al suo ufficio, ministero. Per obbedire al Padre fece una preghiera di sudore di sangue. Vinse la tentazione.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci sacrificio di vera salvezza.

Commento a cura del Movimento Apostolico


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