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Una vergogna indescrivibile. Gli abusi del sacerdote ‘finto esorcista’: accuse da altre due donne

Contro don Michele Barone, il prete di Casapesenna finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia, ci sono anche le denunce di altre due ex adepte della sua setta. Dunque ad accusarlo di violenza e di sevizie durante gli esorcismi che praticava, non c’è più solo la sorella maggiore di una ragazzina di 14 anni, che ha aveva avuto il coraggio di raccontare questa storia al programma TV “le Iene”, ma ora ci sono anche donne delle quali il sacerdote abusava sessualmente.

Il prete, che da due giorni si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, è stato arrestato all’aeroporto di Napoli di ritorno da Medjugorie, dov’era andato con la famiglia della ragazzina a cui praticava l’esorcismo. Agenti della squadra mobile di Caserta, inviati dalla Procura della Repubblica di Santa Maria, guidata da Maria Antonietta Troncone, lo hanno fermato all’aeroporto di Napoli. Con lui sono finiti ai domiciliari i genitori della ragazzina, Cesare Tramontano e la moglie Lorenza Carangelo, e Luigi Schettino, dirigente della polizia, anche lui adepto di Barone, che cercò di convincere a ritirare la denuncia nei confronti del prete esorcista. La denuncia è circostanziata. Descrive come avvenivano gli esorcismi

«All’arrivo di don Michele, mia sorella cominciava ad agitarsi ritenendo di essere posseduta – racconta la giovane  – perché plagiata dal prete. Lui la prendeva per i capelli, la metteva in ginocchio e le bloccava la testa sul pavimento con un piede in modo da immobilizzarla. Inoltre le tappava il naso per aprirle la bocca. Mia sorella, portava un apparecchio per i denti, ma siccome durante i riti di esorcismo don Michele le apriva con forza la bocca per farle prendere forzatamente l’ostia, lei ha dovuto togliere l’apparecchio perché le erano state causate delle lesioni interne ed esterne alla bocca. Inoltre, don Michele utilizzava la sua saliva per lubrificare la bocca di mia sorella. Praticamente si sputava la sua saliva sulle dita e poi cospargeva la bocca di mia sorella, utilizzando in tali circostanze anche acqua e olio».

Gli abusi sessuali di cui raccontano due ex adepte di don Michele sono stati praticati anche a Casapesenna, nella piccola cappella del “Tempio” e durante i numerosi pellegrinaggi religiosi.

A raccontarlo è C.R., una delle vittime: «Quando siamo andati in pellegrinaggio a Medjugorie, a Lourdes, a Fatima, in Polonia, e in altri posti, io con altre due ragazze (una di esse era la piccola del video delle “Iene”, ndr) – entrambe etichettate, come me, possedute – dormivamo nel letto con lui. Più precisamente, durante questi pellegrinaggi io e le altre due ragazze venivamo collocate in stanze diverse e, a “seconda di come decideva il cielo”, ci costringeva a dormire insieme a lui e ad altre persone. Ricordo tanti episodi ma i più sgradevoli si sono verificati a Fatima, allorquando mi ha costretta a dormire nel letto insieme a lui e alla sua segretaria ed amante che, in quella circostanza indossava un perizoma. In un’altra circostanza, in Calabria, mi ha costretto a dormire nel letto insieme a due donne. In entrambi i casi, lui si collocava al centro del letto e io e l’altra ragazza ai lati. Oltre a questi episodi si sono verificate tantissime altre circostanze in cui ho dormito con lui».

Un’altra ragazza, F.S., anche lei plagiata dal prete di Casapesenna, racconta la sua umiliante esperienza: «Una volta arrivati a Medjugorie e raggiunto l’albergo “Medjugorie Spa” – che da quanto ho saputo è di sua proprietà – non ricordo precisamente se il giorno dell’arrivo o un giorno successivo, dopo aver consumato un pranzo in albergo, don Michele mi chiamò perché durante il viaggio in nave avevo litigato col mio ragazzo, il quale mi diceva che il prete mi guardava strano. Lui si fece dare una camera diversa dalla sua, dove non alloggiava nessuno e mi invitò ad entrare nella stanza. Io, nonostante fossi combattuta e impaurita, ci andai perché avevo molto timore delle sue reazioni, visto che è una persona che credevo parlasse con santi e con demoni. Una volta entrata in stanza, inizialmente mi parlò del litigio col mio fidanzato, che aveva appreso dagli altri ragazzi presenti sulla nave. Dopo aver parlato di questa vicenda, improvvisamente, si tolse la tunica, rimanendo totalmente nudo e mi costrinse ad avere un rapporto (…) Dopodiché scappai, ritirandomi nella mia stanza. Non dissi nulla al mio fidanzato perché ero troppo sconvolta e temevo di peggiorare le cose».

Venerdì sera, intanto, gli uomini della squadra mobile hanno perquisito lungamente la stanza di don Michele Barone al “Tempio” di Casapesenna, dove il sacerdote è

assegnato dalla curia di Aversa. Gli agenti hanno portato via alcuni scatoloni. Ci sarebbero computer e lettere di persone che chiedono di essere aiutate. In Procura lasciano intendere che non è finita qui e che questa inchiesta, partita in sordina, potrebbe avere ulteriori clamorosi sviluppi. Dopo l’arresto, anche l’Ordine dei giornalisti della Campania ha sospeso don Michele Barone, giornalista pubblicista, e ha avviato la procedura per aprire il procedimento disciplinare.

Fonte: Repubblica on line

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