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‘Un cuore più grande per amare’: la preghiera di una bimba in fin di vita

È il 18 settembre 2015. Il mondo sembra cadere addosso a Michela e Andrea. La loro prima figlia, Noemi, otto anni, deve essere operata al più presto al cuore, perché la patologia con cui convive dalla nascita è esplosa all’improvviso. In poche settimane devono trasferire la famiglia dalla provincia di Latina a Genova, dove l’intervento è fissato per il 7 ottobre, giorno della Madonna del Rosario. Non proprio una coincidenza. Andrea la chiama Dio-incidenza.

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Fin da ragazzi legati all’esperienza del Rinnovamento nello Spirito, Andrea e la moglie sono molto devoti alla Madonna del Rosario e una settimana prima dell’operazione, la famiglia è proprio a Pompei, per un battesimo. “Lei ha pregato non chiedendo la guarigione, come avrebbero fatto i suoi genitori di poca fede, ma dicendo: Madonnina donami un cuore più grande che sappia amare tutti sempre di più”. Noemi stupisce i suoi genitori: “Dalle sue preghiere abbiamo scoperto un volto diverso di Gesù: si è veramente incarnato, oggi lo contempliamo anche nelle ferite di Noemi come Gesù Crocifisso, stiamo accanto a Lui stando accanto a Noemi”.

L’esplosione della malattia di Noemi è l’occasione per “aggrapparsi” al Signore intensificare la preghiera, anche coinvolgendo gli amici. “Subito ci siamo ritrovati testimoni, nei contesti lavorativi e della vita sociale, del nostro amore per Lui”. Non solo: “Noemi stessa ha offerto a Gesù la sua sofferenza. A parole sue ha detto: Gesù io tutta questa sofferenza non la volevo, non la voglio, e visto che non la voglio la ridono a Te, per tutte le persone che non credono”. E la preghiera di questa bambina è stata ascoltata. “Tante persone che non credevano hanno iniziato a pregare per Noemi. Abbiamo incontrato persone che ci hanno detto: non lo faccio da tempo, ma ne vale la pena. Solo se ci avesse scelto per avvicinare questi cuori a Lui, noi Lo benediciamo”. Andrea e Michela esprimono tutta la loro gratitudine: “Abbiamo vissuto questa prova come grazia, perché ci ha profondamente legati a Cristo”.

Questi due genitori hanno vissuto ai piedi della croce, “come Maria, ci siamo fidati di Dio e Lui mai delude. Il nostro canto di lode a Dio si innalzava continuamente, per quanto ci stava donato e per le meraviglie che avremmo visto”. Michela ci apre il suo cuore di madre: “Quando ero accanto a Noemi in rianimazione pensavo di crollare. Ma il Signore anche nelle sofferenze più grandi è lì e ti sostiene. Ho cantato quasi tutto il tempo accanto a Noemi, e sono certa che sia solo un dono di Dio: non avrei potuto mai, con le mie forze, reggere quella visione o resistere per tutto quel tempo. Ho cantato, ho cantato a Dio ringraziandolo per ogni cosa, perché nel nostro cuore c’è la certezza che Dio fa bene ogni cosa e che ogni cosa è per il nostro bene”.

Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org/)

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