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Torino, addio a Stefania, la mamma della ‘bambina di pietra’

Stefania Fiorentino, 35 anni, era la mamma di Bea, ma era diventata la mamma coraggio d’Italia per sua battaglia in difesa della figlia affetta da una rarissima malattia. Era, perché Stefania è morta ieri sera a Torino dopo una lunga malattia.

“Vorremmo trovare le parole giuste, ma purtroppo non ci sono. Stefania, la mamma di Bea, ci ha lasciato questa sera. Di fronte a un momento così difficile, sono certa che rispetterete il nostro silenzio”, scrive in un breve messaggio la famiglia su Facebook, sulla pagina “Il mondo di Bea” nata proprio per volontà di Stefania per parlare di Bea e della terribile malattia che la affligge.
La patologia non ha un nome e nemmeno una cura ma imprigiona la piccola nel suo stesso corpo come fosse una bambina di pietra: le sue giunture si sono calcificate paralizzandole. Questa diagnosi non aveva fermato la sua mamma che per 8 anni ha lottato – insieme al marito Alessandro – ogni giorno per regalare alla sua bimba una vita il più normale possibile. Per questo nel 2012 è nata la pagina social che con i video della bambina e i pensieri della sua famiglia aveva conquistato migliaia di follower.

Mamma Stefania è’ riuscita anche a far incontrare a Bea il suo idolo, Emma Marrone. E la cantante oggi scrive sulla sua pagina Facebook: “Mia cara Stefy, questa notizia mi ha spezzato il cuore. Non ho parole, ho solo un grande senso di vuoto. Grazie per tutto ciò che mi hai sempre trasmesso, il tuo affetto sincero, la tua forza, il tuo infinito coraggio e la voglia di vivere! Mi mancherai da morire amica mia. Un grande abbraccio ad Ale e alla mia piccola Bea”.

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E oggi sono migliaia i commenti che affollano la pagina di Bea. “Stefania era un esempio”, dice qualcuno, “ La vita è ingiusta”, commenta qualcuno altro. E con Stefania la vita è stata ingiusta davvero. La giovane torinese combatteva due volte: per sua figlia e contro un cancro al seno che pensava di aver sconfitto già una volta ma era tornato.
Martedì alle 14 ci sarà il funerale nella chiesa del Santo Volto a Torino.




Fonte torino.repubblica.it/CARLOTTA ROCCI

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