Nella Croce c’è anche “la storia di Dio” – ha proseguito Papa Francesco – “perché possiamo dire che Dio ha una storia”. Infatti, “Lui ha voluto assumere la nostra storia e camminare con noi”: si è abbassato facendosi uomo, mentre noi volevamo innalzarci, e ha assunto la condizione di servo, facendosi obbediente fino alla morte di Croce, per rialzarci: “Dio fa questo percorso per amore! Non c’è altra spiegazione: soltanto l’amore fa queste cose. Oggi guardiamo la Croce, storia dell’uomo e storia di Dio. Guardiamo questa Croce, dove si può saggiare quel miele di aloe, quel miele amaro, quella dolcezza amara del sacrificio di Gesù. Ma questo mistero è tanto grande e noi da soli non possiamo guardare bene questo mistero, non tanto per capire – sì, capire… – ma sentire profondamente la salvezza di questo mistero. Prima di tutto il mistero della Croce. Soltanto si può capire un pochettino in ginocchio, nella preghiera, ma anche tramite le lacrime: sono le lacrime quelle che ci avvicinano a questo mistero”.
“Senza piangere, piangere nel cuore – ha sottolineato il Papa – non si potrà “mai capire questo mistero”. E’ “il pianto del pentito, il pianto del fratello e della sorella che guardano tante miserie umane” e le guardano in Gesù, ma “in ginocchio e piangendo” e “mai soli, mai soli!”: “Per entrare in questo mistero, che non è un labirinto ma ci assomiglia un po’, sempre abbiamo bisogno della Madre, della mano della mamma. Che Lei, Maria, ci faccia sentire quanto grande e quanto umile è questo mistero; quanto dolce come il miele e quanto amaro come l’aloe. Che sia Lei che ci accompagni in questo cammino, che non può farlo nessun’altro se non noi stessi. Ognuno deve farlo! Con la mamma, piangendo e in ginocchio”.
Servizio di Sergio Centofanti per la Radio Vaticana
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