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Siria: Sono 5 le suore rapite nel villaggio cristiano di Maalula

maalula-syria-6SIRIA – Preoccupazione per il rapimento di 5 suore a Maalula, villaggio simbolo della cristianità in Siria, poco distante da Damasco. Ancora nessuna rivendicazione da parte dei sequestratori, molto probabilmente legati al Fronte Al Nusra, affiliazione di Al Qaeda nel Paese.  Sono di nazionalità siriana e libanese le 5 suore ortodosse (in un primo momento si era parlato di 12 ndr) portate via con la forza dal Monastero di Santa Tecla, a Maalula; i ribelli sono entrati all’improvviso, hanno vandalizzato parte della struttura e alla fine sono andati via portando le religiose con loro. Ancora sconosciuti i motivi di questa azione, tantomeno dove le suore sarebbero state trasferite. Di certo, invece, si sa che il villaggio, abitato soprattutto da cristiani, è stato conquistato dai ribelli, tra i quali i jihadisti del gruppo Fronte al-Nusra, legato ad al-Qaeda. In realtà Maalula già il 9 settembre scorso era finito in mano a gruppi estremisti, ma tre giorni più tardi l’esercito era riuscito a riconquistarlo. Mons. Mario Zenari, Nunzio apostolico a Damasco, ha parlato al microfono di Gabriella Ceraso della Radio Vaticana:

R. – Quella in cui è avvenuto il rapimento è una zona infestata dai combattimenti – non so dirle a che scopo le suore sono state rapite: è a scopo sequestro? E’ per voler liberare Maalula e avere la mano libera nel monastero e da lì combattere meglio?

D. – Quali sono i suoi pensieri e le sue preoccupazioni in questo momento?

R. – In questo momento occorre pregare, perché dodici monache nelle mani di questa gente, l’unica cosa è pregare, perché abbiano un po’ di umanità e le trattino bene, sperando che non sia un sequestro.

Una guerra, quella siriana, che in 33 mesi ha causato la morte di 126mila persone, oltre 6mila bambini. La cifra è stata fornita dall’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, che ha anche fatto appello al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon perché aumenti gli sforzi per mettere fine a due anni e mezzo di guerra civile. Intanto L’inchiesta dell’Onu sulle violazioni dei diritti umani in Siria ha prodotto le prove che il presidente Bashar al Assad ha autorizzato “crimini di guerra e contro l’umanità nel suo Paese”. Lo riferisce l’alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay, citata dalla Bbc.

Il servizio è di Salvatore Sabatino della Radio Vaticana (anche in file audio):RealAudioMP3

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