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E’ salva (in ospedale) la piccola bambina siriana ferita! Coraggio piccolina!

Amnesty International ha ottenuto conferma che Ghina Ahmad Wadi, la bambina di 10 anni di Madaya che il 2 agosto era stata gravemente ferita da un cecchino a un posto di blocco governativo, è stata evacuata. Grazie alle pressioni internazionali scaturite dall’appello di una zia che vive nel Regno Unito, sostenuto anche da Amnesty International, Ghina potrà ricevere le cure mediche di cui ha urgente bisogno.

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Secondo la Mezzaluna rossa siriana, Ghina e sua madre sono state
scortate fuori da Madaya e trasferite a Damasco la scorsa notte. “Si tratta di una notizia molto positiva che potrebbe salvate la vita a Ghina, una coraggiosa bambina che si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Certo, è davvero agghiacciante che sia stata lasciata a soffrire per giorni nella città sotto assedio”, ha dichiarato Magdalena Mughrabi-Talhami, vicedirettrice ad interim del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

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“Sappiamo che a Madaya restano molti altri civili gravemente ammalati o feriti, in alcuni casi da due mesi, che hanno immediato bisogno di cure mediche. Tutte le parti coinvolte nel conflitto siriano devono proteggere i civili e assicurare che gli aiuti umanitari, comprese le forniture mediche indispensabili, arrivino a Madaya e nelle altre zone assediate della Siria. Esse devono inoltre consentire e facilitare, ove possibile, l’evacuazione dei civili che vogliono lasciare l’assedio” – ha
sottolineato Mughrabi.

Ghina Ahmad Wadi era stata ferita alla coscia sinistra da un cecchino, il 2 agosto, al posto di blocco di Abdel Majed mentre si stava recando ad acquistare medicine per la madre. Il colpo aveva provocato una frattura ossea e aveva reciso un nervo. Era rimasta ferita anche la sua sorellina di otto anni.

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Madaya è assediata dalle forze del governo siriano e da uomini armati di Hezbollah dal luglio 2015. Per due settimane, le autorità siriane hanno rifiutato di evacuare Ghina, che è stata curata con morfina e altri sedativi che ogni volta le calmavano il dolore solo per 10-15 minuti.




Fonte: Avvenire on line

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