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Papa Francesco a Regina Coeli: Gesù ci ama tanto che rischia su ciascuno di noi

Il luogo della celebrazione è sempre quello: la Rotonda. A Regina Coeli sono stati a pregare con i detenuti diversi Pontefici. Papa Giovanni, Paolo VI, Giovanni Paolo II. Il Regina Coeli è il carcere sorto nel 1800 ed è il carcere della capitale del Regno d’Itali, è anche una delle immagini classiche del carcere romano nel cinema e nella letteratura. Nel cuore di Roma, su Regina Coeli  si raccontano storie e leggende quasi romantiche. Ma oggi la realtà è tanto diversa da quella descritta nei film degli anni ’50.

Papa Francesco per il rito della lavanda dei piedi nella Casa Circondariale “Regina Coeli”  si inginocchierà davanti a 12 uomini provenienti da sette paesi diversi: 4 italiani, 2 filippini, 2 marocchini, 1 moldavo, 1 colombiano, 1 nigeriano e 1 della Sierra Leone, otto di loro sono di religione cattolica; due sono musulmani; un ortodosso e un buddista.

La visita strettamente privata inizia co l’incontro con i Detenuti ammalati in infermeria; la celebrazione eucaristica con il rito della lavanda dei piedi a 12 Detenuti, nella “Rotonda”; un incontro con alcuni Detenuti della VIII Sezione. Negli anni precedenti, il Santo Padre Francesco ha celebrato la Messa in Coena Domini  nel Carcere di Palian, al C.A.R.A. Castel Novo di Porto, a Rebibbia, alla Fondazione Don Gnocchi e al Carcere minorile Casal del Marmo.

La Radio Vaticana ha trasmesso la parte della celebrazione che comprende la lettura del Vangelo e l’omelia di Papa Francesco. Nella breve riflessione il Papa ha ricordato l’esempio dato da Gesù. Lavare ai piedi all’epoca di Gesù era lavoro da schiavi, ricorda il Papa, un servizio fatto da schiavi. E Gesù vuole fare questo servizio, per darci un esempio di come noi dobbiamo servirci gli uni gli altri.

Poi ricorda il colloquio dei discepoli che volevano un posto uno a destra e l’altro a sinistra: ma voi non sapete cosa chiedete. Chi comanda deve servire, dice Gesù, il vostro capo deve essere il vostro servitore

Gesù capovolge le abitudini culturali anche quella di oggi,  chi comanda per essere un bravo capo deve servire” dice il Papa.  E riflette:  Penso che se tanti capi di stato avessero capito questo insegnamento di Gesù invece di comandare ed essere crudeli se avessero fatto questo quante guerre non sarebbero state fatte.

C’è gente superba ed odiosa che non facilita questo atteggiamento, e questi vanno serviti di più e c’è gente che è scartata, Gesù va li a dire tu sei importante per me e Gesù viene a servirci e il segnale che ci serve oggi è che ha voluto scegliere dodici di voi

Gesù rischia su ognuno di noi, Gesù non si chiama Ponzio Piliato non sa lavarsi le mani sa soltanto rischiare. E conclude il Papa: pensate ognuno di voi, Gesù ha rischiato per venire da me e dimi che mi ama, questo è Gesù che non si stanca mai di perdonarci. Questa cerimonia è simbolica prima di darci il suo corpo e il suo sangue rischia nel servizio per ognuno di noi nel servizio perché ci ama tanto.

di Angela Ambrogetti per AciStampa

Prima di fare rientro in Vaticano, Francesco ha incontrato alcuni detenuti della VIII sezione del carcere.

Francesco è il quarto Papa che visita il carcere di via della Lungara dopo Giovanni XXIII nel 1958, Paolo VI nel 1964, Giovanni Paolo II nel 2000. Negli anni passati, il papa ha celebrato la messa in Coena Domini al carcere minorile di Casal del Marmo (2013), alla fondazione Don Gnocchi (2014), al carcere di Rebibbia (2015), al C.A.R.A. di Castel Novo di Porto (2016) e, l’anno scorso, al carcere di Palliano.
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La visita del Papa, per motivi di privacy, non è stata video trasmessa. «È una visita privata, punto», ha spiegato padre Trani. «Non ci saranno monsignori, ministri, nessuno. Il Papa incontra chi è detenuto e chi lavora nel con i detenuti».

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