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Papa Francesco: la potenza della Parola porta dall’oscurità alla luce

Nella prima Domenica della Parola di Dio, Papa Francesco ci conduce attraverso le Letture, alle origini della predicazione di Gesù. Un viaggio alle “sorgenti della Parola di vita” per comprendere l’importanza dell’ascolto

Papa Francesco

Emanuela Campanile – Città del Vaticano

Avere coscienza dell’amore gratuito di Dio nei nostri confronti e capire che “Dio è venuto a visitarci di persona, facendosi uomo”, permettono di comprendere il primo messaggio di Gesù all’umanità. Ce lo ricorda Papa Francesco nell’omelia di questa prima Domenica della Parola di Dio, ispirandosi alla “frase molto semplice” citata da Matteo nel Vangelo odierno (Mt 4,12-23): “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”:

E questa è la base di tutti i suoi discorsi: dirci che il regno dei cieli è vicino. Che cosa significa? Per regno dei cieli si intende il regno di Dio, ovvero il suo modo di regnare, di porsi nei nostri confronti. Ora, Gesù ci dice che il regno dei cieli è vicino, che Dio è vicino. Ecco la novità, il primo messaggio: Dio non è lontano, Colui che abita i cieli è sceso in terra, si è fatto uomo. Ha tolto le barriere, ha azzerato le distanze. Non ce lo siamo meritato noi: Egli è disceso, ci è venuto incontro.

“[ E questa vicinanza si è fatta carne in Gesù (Papa Francesco) ]”

La Parola incoraggia e scuote

Un “messaggio di gioia” prosegue il Pontefice, radicato e impastato d’amore che ci suggerisce di cambiare vita perché è iniziato un tempo nuovo che dall’oscurità ci conduce alla luce e che “allo stesso tempo (…) ci scuote e incoraggia”:

Cambiate vita perché è iniziato un modo nuovo di vivere: è finito il tempo di vivere per sé stessi, è cominciato il tempo di vivere con Dio e per Dio, con gli altri e per gli altri, con amore e per amore. Gesù ripete oggi anche a te: “Coraggio, ti sono vicino, fammi posto e la tua vita cambierà!”. Per questo il Signore ti dona la sua Parola, perché tu l’accolga come la lettera d’amore che ha scritto per te, per farti sentire che Egli ti è accanto. La sua Parola ci consola e incoraggia. Allo stesso tempo provoca la conversione, ci scuote, ci libera dalla paralisi dell’egoismo. Perché la sua Parola ha questo potere: di cambiare la vita, di far passare dall’oscurità alla luce. Questa è la forza della sua Parola.

Gesù tra le regioni oscure

La bellezza e la novità di Cristo si colgono anche vedendo “dove Gesù cominciò a predicare”. Scelse le “regioni oscure”, quelle a cui, noi, non avremmo mai pensato. Ma Dio, si sa, è così. Cristo, sottolinea il Pontefice, inizia la predicazione pubblica dalla “Galilea delle genti”, crocevia di popoli diversi e stranieri:

Non era certo il luogo dove si trovava la purezza religiosa del popolo eletto. Eppure Gesù cominciò da lì: non dall’atrio del tempio di Gerusalemme, ma dalla parte opposta del Paese, dalla Galilea delle genti, da un luogo di confine, da una periferia. Possiamo cogliervi un messaggio: la Parola che salva non va in cerca di luoghi preservati, sterilizzati, sicuri. Viene nelle nostre complessità, nelle nostre oscurità. 

Gesù non ha paura di esplorare i nostri cuori

Allo stesso modo di quando “percorreva tutta la Galilea (…) annunciando il Vangelo e guarendo ogni sorta di infermità”(v.23), Cristo non teme di camminare tra le oscurità e le malattie del nostro cuore:

Egli sa che solo il suo perdono ci guarisce, solo la sua presenza ci trasforma, solo la sua Parola ci rinnova. A Lui che ha percorso la Via del mare, apriamo le nostre vie più tortuose, quelle che noi abbiamo dentro e che non vogliamo vedere o nascondiamo: apriamo le nostre vie più tortuose, lasciamo entrare in noi la sua Parola, che è «viva, efficace, (…) e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12).

Gesù parla a gente comune

“Non persone accuratamente selezionate in base alle capacità o uomini pii che stavano nel tempio a pregare, ma gente comune che lavorava”. Queste, prosegue Francesco, sono le prime persone a cui Gesù si rivolge. Parla con due semplici pescatori usando un linguaggio a loro familiare. “Vi renderò pescatori di uomini”, si legge nel Vangelo, “ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono”.

Subito lasciarono le reti

Ma perché quei due lavoratori furono così pronti e veloci a seguirlo? La loro risposta immediata, svela e rivela la potenza dell’amore di Dio:

Perché subito? Semplicemente perché si sentirono attratti. Non furono veloci e pronti perché avevano ricevuto un ordine, ma perché erano stati attirati dall’amore. Per seguire Gesù non bastano i buoni impegni, occorre ascoltare ogni giorno la sua chiamata. Solo Lui, che ci conosce e ci ama fino in fondo, ci fa prendere il largo nel mare della vita. Come fece con quei discepoli che lo ascoltarono. Perciò abbiamo bisogno della sua Parola: di ascoltare, in mezzo alle migliaia di parole di ogni giorno, quella sola Parola che non ci parla di cose, ma ci parla di vita.

L’ascolto

Ed è con l’invito all’ascolto della Parola, “in mezzo alle migliaia di parole di ogni giorno, quella sola Parola che non ci parla di cose, ma di vita”, che Papa Francesco conclude la sua omelia:

Cominciamo dal Vangelo: teniamolo aperto sul comodino di casa, portiamolo in tasca con noi o nella borsa, visualizziamolo sul cellulare, lasciamo che ogni giorno ci ispiri. Scopriremo che Dio ci è vicino, che illumina le nostre tenebre, e che con amore conduce al largo la nostra vita.

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