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Papa Francesco: è difficile sconfiggere il male, ma si può fare con la preghiera di tutta la Chiesa

E’ faticoso combattere contro il male, sfuggire ai suoi inganni, riprendere forza dopo una lotta sfiancante, ma dobbiamo sapere che tutta la vita cristiana è un combattimento. Dobbiamo però anche sapere che non siamo soli, che la Madre Chiesa prega affinché i suoi figli, rigenerati nel Battesimo, non soccombano alle insidie del maligno ma le vincano per la potenza della Pasqua di Cristo. Sono le parole centrali della catechesi dedicata al Battesimo pronunciate da Papa Francesco questa mattina in piazza San Pietro durante l’udienza generale.

LA CATECHESI DI PAPA FRANCESCO
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Continuiamo la nostra riflessione sul Battesimo, sempre alla luce della Parola di Dio.
E’ il Vangelo a illuminare i candidati e a suscitare l’adesione di fede: «Il Battesimo è in modo tutto particolare “il sacramento della fede”, poiché segna l’ingresso sacramentale nella vita di fede» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1236). E la fede è la consegna di sé stessi al Signore Gesù, riconosciuto come «sorgente di acqua […] per la vita eterna» (Gv 4,14), «luce del mondo» (Gv 9,5), «vita e risurrezione» (Gv 11,25), come insegna l’itinerario percorso, ancora oggi, dai catecumeni ormai prossimi a ricevere l’iniziazione cristiana.

Educati dall’ascolto di Gesù, dal suo insegnamento e dalle sue opere, i catecumeni rivivono l’esperienza della donna samaritana assetata di acqua viva, del cieco nato che apre gli occhi alla luce, di Lazzaro che esce dal sepolcro. Il Vangelo porta in sé la forza di trasformare chi lo accoglie con fede, strappandolo dal dominio del maligno affinché impari a servire il Signore con gioia e novità di vita.

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Al fonte battesimale non si va mai da soli, ma accompagnati dalla preghiera di tutta la Chiesa, come ricordano le litanie dei Santi che precedono l’orazione di esorcismo e l’unzione prebattesimale con l’olio dei catecumeni. Sono gesti che, fin dall’antichità, assicurano quanti si apprestano a rinascere come figli di Dio che la preghiera della Chiesa li assiste nella lotta contro il male, li accompagna sulla via del bene, li aiuta a sottrarsi al potere del peccato per passare nel regno della grazia divina. Per questo, il cammino dei catecumeni adulti è segnato da ripetuti esorcismi pronunciati dal sacerdote (cfr CCC, 1237), ossia da preghiere che invocano la liberazione da tutto ciò che separa da Cristo e impedisce l’intima unione con Lui. Anche per i bambini si chiede a Dio di liberarli dal peccato originale e consacrarli dimora dello Spirito Santo (cfr Rito del Battesimo dei bambini, n. 56). Come attestano i Vangeli, Gesù stesso ha combattuto e scacciato i demoni per manifestare l’avvento del regno di Dio (cfr Mt 12,28): la sua vittoria sul potere del maligno lascia libero spazio alla signoria di Dio che rallegra e riconcilia con la vita.
Il Battesimo non è una formula magica, ma un dono dello Spirito Santo che abilita chi lo riceve «a lottare contro lo spirito del male», credendo che «Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio per distruggere il potere di satana e trasferire l’uomo dalle tenebre nel suo regno di luce infinita» (cfr Rito del Battesimo dei bambini, n. 56). Sappiamo per esperienza che la vita cristiana è sempre soggetta alla tentazione di separarsi da Dio, dal suo volere, dalla comunione con lui, per ricadere nei lacci delle seduzioni mondane.
Oltre alla preghiera, vi è poi l’unzione sul petto con l’olio dei catecumeni, i quali «ne ricevono vigore per rinunziare al diavolo e al peccato, prima di appressarsi al fonte e rinascervi a vita nuova» (Benedizione degli oli, Premesse, n. 3). Per la proprietà dell’olio di penetrare nei tessuti del corpo portandovi beneficio, gli antichi lottatori usavano cospargersi di olio per tonificare i muscoli e per sfuggire più facilmente alla presa dell’avversario. Alla luce di questo simbolismo, i cristiani dei primi secoli hanno adottato l’uso di ungere il corpo dei candidati al Battesimo con l’olio benedetto dal Vescovo[1], al fine di significare, mediante questo «segno di salvezza», che la potenza di Cristo Salvatore fortifica per lottare contro il male e vincerlo (cfr Rito del Battesimo dei bambini, n. 105).
E’ faticoso combattere contro il male, sfuggire ai suoi inganni, riprendere forza dopo una lotta sfiancante, ma dobbiamo sapere che tutta la vita cristiana è un combattimento. Dobbiamo però anche sapere che non siamo soli, che la Madre Chiesa prega affinché i suoi figli, rigenerati nel Battesimo, non soccombano alle insidie del maligno ma le vincano per la potenza della Pasqua di Cristo. Fortificati dal Signore Risorto, che ha sconfitto il principe di questo mondo (cfr Gv 12,31), anche noi possiamo ripetere con la fede di san Paolo: «Tutto posso in colui che mi dà la forza» (Fil 4,13).
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[1] Ecco la preghiera di benedizione, espressiva del significato di quest’olio: «O Dio, sostegno e difesa del tuo popolo, benedici quest’olio nel quale hai voluto donarci un segno della tua forza divina; concedi energia e vigore ai catecumeni che ne riceveranno l’unzione, perché illuminati dalla tua sapienza, comprendano più profondamente il Vangelo di Cristo; sostenuti dalla tua potenza, assumano con generosità gli impegni della vita cristiana; fatti degni dell’adozione a figli, gustino la gioia di rinascere e vivere nella tua Chiesa»: Benedizione degli oli, n. 21.
+++ Il video a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO +++

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Redazione Papaboys

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