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Papa Francesco apre nel pomeriggio la Porta Santa della Carità alla Caritas di Roma

Si lavora ancora senza sosta alla Caritas di Roma di via Marsala per finire tutto in tempo per la visita, oggi pomeriggio, di Papa Francesco con l’apertura della Porta Santa della Carità, nel Giubileo della Misericordia. Sui preparativi e le attese per questo significativo evento, il servizio per Radio Vaticana di Nina Oezelt:

Caritas

Rumori, fumo e operai che finiscono gli ultimi ritocchi: così si presenta la Caritas di Via Marsala. La nuova struttura è stata già aperta ufficialmente, ma ancora non ci vive nessuno. Questa si divide una parte nella mensa serale dedicata a San Giovanni Paolo II e un’altra nell’ostello Don Luigi di Liegro. Qui si vede subito il mosaico illuminato con l’icona del Giubileo, realizzata dal gesuita padre Marko Ivan Rupnik e sotto la Porta Santa. La riflessione di mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma:

“Noi avevamo preventivato di aprire l’ostello e la mensa per l’autunno di quest’anno. Papa Francesco ci ha sorpreso perché ha indetto il Giubileo straordinario della Misericordia e le due realtà sono confluite nello stesso momento, nello stesso tempo. L’8 dicembre ha aperto la Porta Santa di San Pietro e adesso lui domani aprirà la Porta Santa della misericordia”

Dietro questa porta si trova la mensa – quindi il cuore di ogni luogo caritativo – in grado di offrire pasti per 500 persone senza fissa dimora. Il Papa presiederà la celebrazione eucaristica, che per sua volontà sarà molto semplice, con pochi costi, e solo esclusivamente per persone delle strutture di accoglienza – madre, figli, rifugiati politici e anche musulmani saranno presenti – lì dove normalmente queste persone possono mangiare dalle 17,30 alle 20,30. Ancora mons. Feroci:

“Quello che abbiamo pensato di offrire alla città di Roma e soprattutto ai poveri della città di Roma un luogo dove potessero essere accolti per dormire e mangiare. Questo luogo è diventato anche attraverso questo Giubileo il luogo dove si servono i poveri, ma perché nel povero, lui ci suggerisce sempre, come Gesù nel Vangelo, di saper vedere il volto del Cristo, quindi questo è luogo dell’incontro con il Signore attraverso il povero.”

L’Ostello è stato fondato nel 1987 per iniziativa dell’allora direttore della Caritas, Don Luigi Di Liegro, ma da allora molte cose sono cambiate. Nella parte della mensa si trova anche il centro diurno con una sala video e posti per pc e laboratori e il centro ascolto per un inserimento nel tessuto sociale possibile; sulla destra si trova il vero e proprio ostello con i circa 200 posti di letto. Tutto costruito con un occhio di riguardo agli ospiti – cioè dei senzatetto – che possono stare nella struttura fino a tre mesi, come sottolinea il responsabile dei servizi generali dell’area tecnica Fulvio Ferrari, che lavora da 2012 per la Caritas:

“Qui tutto è studiato per i nostri ospiti a partire dal materiale, la distribuzione, la forma del letto, la capacità dell’armadio… per esempio questa stanza non ha nessun interruttore. La luce non si accende e non si spegne dalla stanza. C’è bisogno che sia eterodiretto, cioè dalla reception. Alle 23 si passa alla modalità notturna, quindi le luci passano al 5 per cento – come negli ospedali, nei posti pubblici, perché se io voglio scendere del letto, devo vedere il mio percorso.”

Papa Francesco aprirà la Porta santa della carità all'ostello Caritas di Roma

I dormitori sono su due piani: donne e uomini separati, ogni stanza con sei letti. Il materiale del letto è per esempio anche antibatterico, spiega Ferrari. Un altro elemento simpatico è che per distinguere le stanze sono stati scelti non i numeri, ma i colori, come dice ancora Ferrari:

“Perché le persone possono riconoscersi: ‘io sono quello della stanza verde al primo piano’”.

Nella struttura non manca la cappella, che ancora sembra vuota, ma l’allestimento, che sarà donato della Casa Pontifica arriverà giusto in tempo. L’Ostello è il più grande centro d’accoglienza italiano gestito dalla Caritas – e la scritta nella sala mensa spiega bene il suo compito e dovere: “Una città in cui un uomo solo soffre meno è una città migliore”.

Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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