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Papa Francesco all’Angelus: Chi muore con Cristo, con Cristo risorgerà!

‘Gesù trasfigurato sul monte Tabor ha voluto mostrare ai suoi discepoli la sua gloria non per evitare a loro di passare attraverso la croce, ma per indicare dove porta la croce. Chi muore con Cristo, con Cristo risorgerà’: commentando il Vangelo di questa domenica queste sono state le parole di introduzione di Papa Francesco prima della recita dell’Angelus. Gesù si mostrava un Messia diverso dalle attese, diverso dalla loro immaginazione. Non un re potente ma un Dio disarmato! Non un patriarca con numerosa discendenza, ma un celibe, senza casa e senza nido! Il più grande sconvolgimento è la croce, attraverso la quale, Gesù giungerà alla Risurrezione che sarà definitiva! 

Le parole di Papa Francesco prima della recita della preghiera dell’Angelus

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di questa seconda domenica di Quaresima ci presenta il racconto della Trasfigurazione di Gesù (cfr Mt 17,1-9). Presi in disparte tre degli apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, Egli salì con loro su un monte alto, e là avvenne questo singolare fenomeno: il volto di Gesù «brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (v. 2). In tal modo il Signore fece risplendere nella sua stessa persona quella gloria divina che si poteva cogliere con la fede nella sua predicazione e nei suoi gesti miracolosi. E alla trasfigurazione si accompagna, sul monte, l’apparizione di Mosè e di Elia, «che conversavano con lui» (v. 3).

La “luminosità” che caratterizza questo evento straordinario ne simboleggia lo scopo: illuminare le menti e i cuori dei discepoli affinché possano comprendere chiaramente chi sia il loro Maestro. È uno sprazzo di luce che si apre improvviso sul mistero di Gesù e illumina tutta la sua persona e tutta la sua vicenda. Ormai decisamente avviato verso Gerusalemme, dove dovrà subire la condanna a morte per crocifissione, Gesù vuole preparare i suoi a questo scandalo – scandalo della croce – troppo forte per la loro fede e, al tempo stesso, preannunciare la sua risurrezione, manifestandosi come il Messia, il Figlio di Dio. Gesù li prepara per quel momento di dolore e tanto triste.  In effetti, Gesù si stava dimostrando un Messia diverso rispetto alle attese: non un re potente e glorioso, ma un servo umile e disarmato; non un signore di grande ricchezza, segno di benedizione, ma un uomo povero che non ha dove posare il capo; non un patriarca con numerosa discendenza, ma un celibe senza casa e senza nido. È davvero una rivelazione di Dio capovolta, e il segno più sconcertante di questo scandaloso capovolgimento è la croce. Ma proprio attraverso la croce Gesù giungerà alla gloriosa risurrezione.






Gesù trasfigurato sul monte Tabor ha voluto mostrare ai suoi discepoli la sua gloria non per evitare a loro di passare attraverso la croce, ma per indicare dove porta la croce. Chi muore con Cristo, con Cristo risorgerà. E’ la croce la porta della risurrezione. Chi lotta insieme a Lui, con Lui trionferà. Questo è il messaggio di speranza che la croce di Gesù contiene, esortando alla fortezza nella nostra esistenza. La Croce cristiana non è una suppellettile della casa o un ornamento da indossare, ma la croce cristiana è un richiamo all’amore con cui Gesù si è sacrificato per salvare l’umanità dal male e dal peccato. In questo tempo di Quaresima, contempliamo con devozione l’immagine del crocifisso: Gesù in croce… esso è il simbolo della fede cristiana, è l’emblema di Gesù, morto e risorto per noi. Facciamo in modo che la Croce segni le tappe del nostro itinerario quaresimale per comprendere sempre di più la gravità del peccato e il valore del sacrificio col quale il Redentore ci ha salvati, a tutti noi.
La Vergine Santa ha saputo contemplare la gloria di Gesù nascosta nella sua umanità. Ci aiuti lei a stare con Lui nella preghiera silenziosa, a lasciarci illuminare dalla sua presenza, per portare nel cuore, attraverso le notti più buie, un riflesso della sua gloria.
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+++ Il video servizio a cura della Radio Vaticana +++
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Le parole di Papa Francesco al termine della preghiera mariana dell’Angelus

Il Santo Padre ha espresso la sua vicinanza al popolo del Guatemala che vive il lutto per il grave incendio che ha causato tante vittime in una casa di accoglienza di ragazze. Al tempo stesso ha chiesto preghiera per le tante ragazze che subiscono ogni tipo di violenza nel mondo. Non possiamo fare finta di nula, ha aggiunto Papa Francesco. (Il Sismografo)

Rivolgo un cordiale saluto a tutti voi qui presenti, fedeli di Roma e di tante parti del mondo.
Saluto i pellegrini di Friburgo e Mannheim, in Germania, come pure quelli del Libano e i maratoneti del Portogallo.
Saluto i gruppi parrocchiali provenienti da Gioiosa Ionica e Pachino; i ragazzi di Lodi che si preparano alla “Professione di fede”; gli studenti di Dalmine e Busto Arsizio; e il coro giovanile “Goccia dopo goccia” di Bergamo.
A tutti auguro una buona domenica. Per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
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A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

 

 

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