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Padre Antonio Spadaro: il problema grave della Chiesa sono i corrotti!

In un post su facebook, sul suo account personale, rilanciato da twitter (anche dal nostro account dei Papaboys e da molti altri) interviene nel dibattito di queste ore sulla situazione della Chiesa, il direttore della Civiltà Cattolica Padre Antonio Spadaro. E sceglie una foto molto particolare. Leggiamo insieme.

Riportiamo il suo pensiero, integralmente.

ALCUNE RIFLESSIONI SULLA CHIESA IN QUESTO TEMPO DIFFICILE

Sarà dura abbandonare l’immagine che la Chiesa sia una “corporation” nella quale ci sono i “buoni” azionisti che possono licenziare le persone “cattive”. Anzi diciamolo: la Chiesa a volte si ritrova a non avere nulla da insegnare in termini di purezza. A volte la sua corruzione, sebbene più ingenua, è persino più accecante perché ci si attende da essa la purezza.

Mettiamoci dunque in ginocchio quando è il caso.
Vogliamo purificare la Chiesa? L’utopia diabolica consiste nel fatto che si possano creare meccanismi che impediscano all’uomo di peccare: leggi, decreti, sentenze… “Sorvegliare e punire” direbbe Foucault. Questo è il sogno di alcuni: la Chiesa come un vecchio collegio d’altri tempi dove suore e preti purissimi e integerrimi bacchettavano col frustino urlando “vergogna”.

Non è l’orgoglio della purezza che ci rende credibili ed evangelici. No, non è questo che ci salverà e che fa santa la Chiesa. È la croce di Cristo, è la spiritualità profonda, è l’umiltà dell’accusa di sé.

La Chiesa è “casta meretrix”. Dimenticarlo sarebbe la fine della Chiesa.
La Chiesa deve riconoscere che l’unica sua ricchezza non le appartiene, non è sua: è il Vangelo di Cristo che essa è chiamata a diffondere tra la gente. Per questo può prendere la parola. Non per la propria credibilità, ma per quella della Parola di Cristo. Noi siamo guaritori feriti. E a volte dentro la Chiesa riesce pure a farlo meglio un peccatore che un puro! Se non altro perché la misericordia l’ha sperimentata…

Il problema grave sono invece i corrotti. Essi in genere si credono puri e additano gli altri come peccatori, ammantandosi pure di vittimismo.
Il Signore si serve sempre di mezzi inadeguati: la sua forza si rivela nella nostra debolezza. Ma l’unico modo che ha la Chiesa per diffondere il Vangelo è riconoscere la propria povertà. Non siamo sotto la legge, siamo sotto lo sguardo di Cristo.

Dobbiamo fare di tutto per purificarci costantemente, ma non è una chiesa pura di puri che salverà il mondo: questa è una eresia frutto dello spirito cattivo.
La crisi dei nostri giorni può essere provvidenziale. La Chiesa si sente umiliata specialmente se uno dei suoi pastori si trasforma in lupo e divide il gregge (e dunque anch’egli bisognoso di conversione e grande misericordia…). Ma questa è pure l’opportunità di capire come fragile sia il Corpo di Cristo.

E il Vicario di Cristo, deve seguire e imitare il Maestro. Non ha altra via. Lui ha cavalcato non un vigoroso destriero, ma un mulo che va verso Gerusalemme in modo da stare inchiodato in croce, percosso e tradito dai suoi. Questo è il destino del Vicario di Cristo se vuole essere un buon pastore, a imitazione del Maestro.

Nella Chiesa il Vangelo santo che salva i peccatori è dato a peccatori che confidano nella misericordia di Dio e nella infinita pazienza di Cristo.
Antonio Spadaro S.I.

(a illustrare questa mia riflessione ho aggiunto la foto qui sotto. Ho deciso di farlo perchè è un intreccio di mani dove tutti si sostengono a vicenda, pastore, gregge, pecora ferita… tutti si danno una mano… il santo popolo fedele di Dio in cammino…).
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