Obama sbarca a San Pietroburgo e cerca di superare l’isolamento internazionale. Fredda stretta di mano con il presidente russo. Dopo la cerimonia di apertura, tutti i leader hanno partecipato a una cena di lavoro al Peterhof, la Versailles degli zar, conclusa da uno spettacolo musicale. Vladimir Putin ha chiesto di discuterne durante la serata, ma la Casa Bianca avverte: sulle prove contro Assad no a “un dibattito senza fine”. Anche Angela Merkel frena: “Non c’è accordo sulla responsabilità dell’attacco con armi chimiche”. Il premier Letta ha ribadito la sua tendenza al “multilateralismo”. Hollande punta sugli incontri bilaterali di domani con Obama e Putin. La dichiarazione più forte è stata quella del presidente nero ha affermato: “Putin non si decide”, presentandolo come un qualsiasi politico di bassa lega di cui non fidarsi. Per il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy: “Sulla Siria non c’è alcuna soluzione militare, esiste solo una soluzione politica”. Il viceministro delle finanze cinese Zhu Guangyao avverte: “Un’azione militare avrebbe un impatto negativo sull’economia globale, in particolare sul prezzo del petrolio, causandone un aumento”.
Papa Bergoglio, ha inviato una lettera ai leader del G20, indirizzandola a Putin: “Fermare il massacro, in nome di Dio e dell’umanità”. Sempre più adesioni, anche dal mondo islamico, per la giornata di preghiera e digiuno per la pace prevista per sabato 7 settembre. Intanto Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha annunciato che il Rappresentante speciale per la Siria, Lakhdar Brahimi, è diretto in Russia per aiutarlo a mettere in piedi, a margine del G20, una Conferenza internazionale sulla Siria. L’Iran difende Assad L’Ayatollah Ali Khamenei torna ad ammonire le potenze occidentali: “Gli Usa usano le armi chimiche come pretesto per attaccare la Siria”.
Intanto, in Siria un video, che risalirebbe ad aprile, mostra i ribelli che giustiziano i soldati di Assad. L’agenzia governativa siriana Sana riferisce dell’esplosione di un’autobomba a Damasco che avrebbe causato la morte di quattro persone: la responsabilità dell’attentato sarebbe dei “terroristi” come il regime definisce i ribelli. La situazione internazionale è molto complessa e delicata. Andiamo avanti senza scoraggiarci. Sosteniamo la causa della pace con coraggio e convinzione.
don Salvatore Lazzara