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“Non lasceremo soli i giovani”: l’impegno del Presidente del Consiglio al Meeting di Rimini

Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, accompagnato da Emilia Guarnieri, arriva all'edizione 2013 del Meeting di Cl a Rimini,18 agosto 2013. ANSA/PASQUALE BOVE
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, accompagnato da Emilia Guarnieri, arriva all’edizione 2013 del Meeting di Cl a Rimini,18 agosto 2013. ANSA/PASQUALE BOVE

RIMINI – «Non lasceremo soli i giovani: lavoreremo e faremo di tutto perché riescano ad avere opportunità. Quelle opportunità che altri giovani in altre parti d’Europa hanno già oggi – ha detto oggi il premier Enrico Letta visitando una mostra sull’Europa al Meeting di Cl – Grazie a un’Europa e a un’Italia migliore daremo ai giovani questa opportunità». La maglietta: “Io amo l’imprevisto”. «Presidente, non mollare, vai avanti» hanno detto in tanti a Letta durante la sua visita agli stand del Meeting. Un uomo gli ha donato una maglietta con la scritta “Io amo l’imprevisto”: «Ne ha bisogno – ha detto – visto quello che succede ogni giorno…». Letta, sorridendo, l’ha presa continuando il suo giro.

Letta: uscita dalla crisi a portata di mano. «L’uscita dalla crisi è a portata di mano – ha detto Letta dal palco del Meeting – È possibile a seconda di cosa facciamo. Se guardiamo al futuro usciremo dalla crisi. Una crisi che è stata ed è terribile».

«Nessuno interrompa questo percorso di speranza che abbiamo cominciato per uscire dalla crisi» ha detto il premier.

«Rilanciamo la politica alta dopo la malapolitica». «Noi dobbiamo rilanciare la politica alta, non ci sono grandi scelte se non c’è la politica e noi non abbiamo avuto esempi di buona politica ma tanti di mala politica – ha detto Letta – Ma non ce la facciamo senza politica: dobbiamo essere esigenti, richiedere trasparenza, costi ridotti, responsabilità e ricambio ma serve la politica alta».

«Gli italiani puniranno tutti quelli che anteporranno i loro interessi a quello comune che è quello dell’uscita dalla crisi» ha detto il premier.

«L’Italia è forte, nessuno può batterci». «Da mio nonno agronomo ho tratto l’insegnamento che gli italiani fanno le cose belle che durano – dice Letta – Siamo forti per questo motivo e per questo nessuno ci può battere e se vogliamo possiamo farcela. Mio nonno, per delimitare gli stazzi dei contadini ,andava a sollecitare i contadini sardi e loro ripetevano con fermezza: guardi, dottore, avrà tutte le sue buone ragioni, bisogna fare di corsa ma i muretti a secco che noi delimitiamo sono un’opera d’arte perché nessun muretto a secco è uguale a quello del vicino e quando si vedrà tra qualche anno dirà se ha resistito e se è ancora bello. C’è bisogno di tempo perché deve rimanere e deve essere anche bello».

«La legge elettorale è il cambiamento più urgente – ha detto Letta – Dal 1° settembre in commissione si discuta sulla legge elettorale per approvare una riforma ad ottobre». Il premier mette l’accento anche sull’abolizione del finanziamento pubblico «per ridare ai cittadini il potere di dire se vogliono il loro finanziamento, sono riforme che consentono il ricambio e una democrazia efficiente».

«Pagamento debiti Pa, in autunno avanti con più forza». «Il governo si è impegnato nel pagamento di quello sconcio del nostro Paese: il pagamento degli arretrati della Pa – ha detto Letta – Un tema che si affronterà con più forza in autunno».

«Due anni fa Napolitano cambiò la storia d’Italia».
«Il discorso che due anni fa Giorgio Napolitano fece al meeting di Cl non era normale, ha cambiato la storia del nostro Paese – ha detto Letta – Da quel richiamo alle istituzioni “parlate il linguaggio della verità” è cominciato un cambiamento per il nostro Paese e io mai avrei pensato che ci saremmo trovati oggi qui in condizione così diversa».

«Spread a livelli pre-2011 dopo percorso faticoso». «Negli stessi giorni del 2011 saliva lo spread, sembrava la fine del mondo, in queste ultime giornate gli spread sono tornati indietro a prima di quel momento così drammatico. In questi due anni un percorso faticoso e doloroso si è compiuto» ha detto Letta.

«A febbraio terremoto politico». «Non possiamo dire che a febbraio non è successo nulla – ha detto il premier – è successo un terremoto che ha riguardato tutte forze politiche e ha cambiato il modo di essere dei cittadini italiani. Quella è stata l’ultima richiesta alla politica di cambiare e noi non possiamo essere sordi».

«Sulla scuola necessario cambio di passo». «Penso al ruolo dell’istruzione – ha detto Letta – uno dei temi più bistrattati, al lavoro degli insegnanti, agli studenti. Penso al primo finanziamento dopo molti anni ai programmi di edilizia scolastica. Penso alla necessità di un cambio di passo».

Le garanzie di Enrico Letta per i giovani e per il cambiamento dell'Italia
Le garanzie di Enrico Letta per i giovani e per il cambiamento dell’Italia

«Il 2014 può essere l’anno del nuovo inizio per l’Europa – sostiene il premier – sarà cruciale in primo luogo perchè si voterà: se l’Europa non dà risposte o dà quelle sbagliate rischia di essere il parlamento più antieuropeo. Se viceversa faremo bene abbiamo le condizioni per un nuovo inizio europeo».

Napolitano: l’Europa soffre di mancato sviluppo economico e sociale. «Di che cosa è malata l’Europa? Di mancato sviluppo economico e sociale – dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una video intervista al Meeting di Cl – La Ue non riesce a crescere, sta perdendo velocità e competitività e questo è senza dubbio uno dei fattori fondamentali di crisi dell’Europa. Però, attenzione: la crisi che viviamo in Europa, e che è parte di una crisi globale dal 2009, viene da lontano, comincia prima. Una perdita di dinamismo dell’Europa è cominciata già parecchi anni fa: più o meno alle soglie del nuovo millennio. Naturalmente la moneta unica non è stata responsabile di ciò, ma non ha potuto dare tutto l’impulso che era chiamata a dare, in quanto sono mancati altri elementi fondamentali per garantire un nuovo dinamismo alla crescita economica e sociale in Europa. Ma in Europa siamo in difficoltà anche perché non si è capito abbastanza da parte delle classi dirigenti che il mondo stava cambiando e l’Europa non poteva rimanere ferma. L’Europa doveva fare i conti con questo processo di trasformazione, che poi ha preso il nome di processo di globalizzazione».

«Senza unione Europa sommersa dalla globalizzazione». «Oggi non c’è più bisogno dell’Europa per garantire la pace interna – dice Napolitano – Però, c’è bisogno di essere uniti e più integrati di prima, se no l’Europa rischia di essere sommersa dal processo di globalizzazione, di perdere peso in modo drastico, di avere una voce sempre più flebile, di non riuscire ad esprimere i valori che un lungo patrimonio storico ha inciso nell’identità europea. Per non farsi sommergere dalla globalizzazione «lEuropa deve innanzitutto avere più coscienza di sè. Non deve mai dimenticare i presupposti del grande progetto europeo di Monnet, di Schuman, di De Gasperi, di Adenauer. Erano presupposti di carattere storico culturale, quali sono stati gli elementi fondamentali di una identità europea, di una cultura europea, che si è costruita anche attraverso incroci molteplici. Ricordo che papa Benedetto XVI parlava di una cultura dell’Europa nata dall’incontro tra Atene, Gerusalemme e Roma. Tutto questo si è molto attenuato, sbiadito nella consapevolezza. Noi abbiamo dato allo sviluppo scientifico, tecnologico, produttivo e sociale del mondo, il modello europeo, che è anche certamente qualificabile come modello di economia sociale di mercato, ma è anche qualcosa di più. Il modello europeo è ricco, intriso di valori civili, di partecipazione, di fratellanza. Ebbene, questo noi dobbiamo capire che bisogna garantirlo al mondo di domani. Bisogna evitare che questo patrimonio si sbiadisca e venga, come dicevo prima, sommerso. Costruiscano un’Europa oggi tutti i giovani che si incontrano, tutti i giovani che si riconoscono europei e non solo come italiani, tedeschi, spagnoli… Ma penso che si costruisca Europa anche in Paesi che sono usciti da fasi molto difficili. Innanzitutto, i Paesi dell’Europa balcanica, che sono usciti da una terribile e spaventosa guerra fratricida. Questi Paesi oggi hanno come obbiettivo comune entrare in Europa. Alcuni sono riusciti già a realizzarlo, quali la Slovenia e la Croazia; altri bussano alla porta e bisogna socchiudere e poi aprire la porta dell’Europa anche a loro. Questi costruiscono Europa».

«Dobbiamo riuscire a competere con Paesi che sono cresciuti al di là di ogni previsione possibile e soprattutto in ritmo e intensità. «Dobbiamo saper reggere le sfide – dice Napolitano – che sono le sfide dell’innovazione, della competitività, della produttività, e che sono le sfide di una rimodulazione efficace del nostro modello di economia sociale e di mercato».

«Assurdo temere la circolazione delle giovani menti». Giorgio Napolitano considera «assurdo avere timore» della circolazione per l’Europa delle giovani intelligenze. «Ritengo – sostiene – che questi giovani costruiscano un futuro per sé e per l’Europa anche uscendo dai confini storici delle proprie antiche nazioni. Lavorando insieme bisogna non solo formarsi insieme, ma creare anche spazi di ricerca e di occupazione in comune. Io non tratterrei mai un giovane dall’andare a studiare o fare ricerca fuori d’Italia, convinto che la sua ambizione sia poi di tornare in Italia arricchito da questa esperienza che ha fatto e non vedo in questo nessun elemento di smarrimento dell’identità nazionale. Identità che non si cancella ma si integra nell’identità europea. Essere europei non significa cessare di essere spagnoli, francesi o tedeschi. Significa sublimare le proprie storie e vocazioni nazionali».

«Reagire all’emergenza impoverimento spirituale». «Davanti all’emergenza» rappresentata da una grave forma di impoverimento spirituale, culturale serve una reazione – sostiene il presidente – E’ importante il contributo che viene ai più alti livelli dalla Chiesa Cattolica, contributo che soltanto dei ciechi possono non vedere. Può reagire la cultura, possono reagire certamente le istituzioni più di quanto non facciano. Possono reagire i sistemi educativi. Può reagire, molto di più di quanto non faccia, il sistema di informazione. E possono contribuire molto – rileva il capo dello Stato- le grandi organizzazioni sociali: comprese le organizzazioni ispirate ad una fede religiosa. In questo senso c’è anche il contributo che viene ai più alti livelli dalla Chiesa Cattolica, contributo che soltanto dei ciechi possono non vedere».

VIDEO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ENRICO LETTA

Sinfonia dal “nuovo mondo”. Un’Europa unita, dall’Atlantico agli Urali – Partecipa Enrico Letta, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Introducono Emilia Guarnieri, Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. In apertura dell’incontro videointervista con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Articolo pubblicato da: “Il Gazzettino”

1 COMMENTO

  1. se devo essere sincero, anche se ho sempre simpatizzato l’estrema destra, Letta e una gran brava persona e mi piace molto, lui la buona volontà per aiutare tutto e tutti c’è la, ma purtroppo siamo in Italia e c’è la mafia che a le mani da per tutto, quindi viene spesso contrastato dai capoccioni che ci sono in parlamento, prossime elezioni? per la prima volta voterò per il PD se c’è Letta, Berlusconi e Pdl? meglio che si dimmettono tutti, dalla A alla Z

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