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Mentre Draghi impoverisce l’Italia a Kiev, e la Nato smercia armi, la Caritas Europa ha aiutato 1 milione e mezzo di persone

Dall’inizio del conflitto oltre 500mila persone sono state accolte nei rifugi da Caritas-Spes e hanno ricevuto acqua cibo e supporto medico

Il presidente del Consiglio italiano, il cancelliere tedesco e il capo dell’Eliseo insieme a Kiev e prima tra le macerie di Irpin. In treno hanno oltrepassato il confine tra Polonia e Ucraina

Mario Draghi, Olaf Scholz ed Emmanuel Macron sono assieme per la loro prima visita in Ucraina dall’inizio della guerra e in città suonano le sirene antiaereo. L’incontro con il presidente Zelensky per parlare di possibili vie d’uscita dal conflitto e vanno ad Irpin dove Draghi ha assicurato : “Avete il mondo dalla vostra parte”. “Aiuteremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario” ha ribadito il cancelliere tedesco. “Siamo venuti per dare a Kiev un messaggio di unità e sostegno, saranno settimane difficili”, ha dichiarato il capo dell’Eliseo Macron. Il Cremlino ha escluso per ora un vertice con il presidente ucraino.

“Qui è un luogo di distruzione ma anche di speranza. Molto di ciò che mi hanno detto riguarda il futuro e la ricostruzione. È un popolo che è stato riunito dalla guerra, che può fare cose che forse non avrebbe potuto fare prima della guerra”. Così si è espresso il premier italiano.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron sono arrivati sul suolo ucraino in treno per ribadire il sostegno e la solidarietà all’Ucraina e al presidente Zelensky contro l’invasione della Russia. Un messaggio all’insegna dell’unità e della piena coesione dei Paesi europei nel condannare l’invasione dell’Ucraina, nel sanzionare la Russia e nell’aiutare Kiev.

La foto che li ritrae sul treno, durante il vertice informale che riempie parte del viaggio nella notte, trasferisce un senso di normalità ma la missione di Draghi, Macron e Scholz – arrivati a Kiev intorno alle 8 del mattino – ha un significato forte e quello scatto anticipa e concretizza l’altrettanto forte messaggio di solidarietà a Zelensky e al popolo ucraino che arriva dall’Ue per loro tramite.

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La Nato invierà armi più potenti 

La guerra è a un «momento critico», occorre inviare all’Ucraina molte più armi pesanti e a lungo raggio. La Nato intensifica il sostegno al Paese sotto attacco russo, con la consapevolezza, sottolinea il segretario generale Jens Stoltenberg, che «l’invasione russa dell’Ucraina è la più grande minaccia per l’alleanza euroatlantica in decenni».

La questione è stata ieri al centro della riunione dei ministri della Difesa della Nato a Bruxelles e, a margine, dal gruppo di contatto «Ramstein» per il coordinamento dei rifornimenti militari a Kiev. «L’Ucraina – dice ancora Stoltenberg – ha bisogno di armi pesanti e di equipaggiamenti di ricognizione. Mi aspetto che al summit Nato (a Madrid a fine mese, ndr) gli alleati accorderanno un pacchetto completo di assistenza all’Ucraina per passare dall’equipaggiamento dell’era sovietica all’era atlantica». Stoltenberg ha annunciato che il presidente ucraino è stato invitato a Madrid, dove interverrà in video. Secondo il consigliere del leader ucraino Mykhailo Podolyak, a Kiev servono, tra le armi pesanti, 1.000 obici, 500 carri armati e 1.000 droni.

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 Gli italiani stanno diventando poveri a migliaia 

Un milione e mezzo di persone aiutate in 100 giorni di guerra. Un milione da Caritas Ukraine, ente della chiesa greco cattolica, e mezzo milione da Caritas Spes, che fa capo alla chiesa cattolica latina. È il primo bilancio ufficiale dell’attività umanitarie della Caritas europea reso noto a Varsavia, durante un meeting organizzato da Caritas Europa e dalla Caritas polacca, dai responsabili dei due organismi pastorali, Tetiana Stawnychy e padre Vyacheslav Grynevych.

Dall’inizio del conflitto oltre 500mila persone sono state accolte nei rifugi da Caritas-Spes e hanno ricevuto acqua cibo e supporto medico. L’organizzazione ha aperto 34 centri di assistenza con una linea telefonica dedicata a chi ha bisogno di aiuto psicologico. I programmi prevedono di sviluppare l’assistenza psicologica agli sfollati in alloggi temporanei. «I nostri operatori – ha dichiarato Grynevych di Caritas–Spes – hanno dovuto interrompere le attività nei diversi progetti e cambiare lavoro. Tenevano aperti i rifugi e allo stesso tempo dovevo pensare ai bisogni delle loro famiglie che spesso erano state evacuate. Grazie al supporto di Caritas Polonia abbiamo potuto aprire un ufficio a Varsavia per organizzare l’aiuto umanitario. In Ucraina stiamo affrontando parecchie difficoltà, ma non siamo soli».

Caritas Ukraine vuole continuare a offrire rifugi sicuri alle vittime di guerra, cibo e sostegno sanitario a chi vive vicino alla prima linea. «Finora – conferma Hryhoriy Seleshchuk, capo del dipartimento umanitario – oltre 660 mila beneficiari hanno ricevuto i pacchi viveri e 270 mila i kit igienici. Inoltre abbiamo dato assistenza medica a quasi 33 mila persone accogliendone 27 mila nei rifugi sicuri mentre il supporto psicologico è stato dato a 9 mila profughi» «La guerra continua – ha aggiunto la direttrice di Caritas Ukraine Tetiana Stawnychy – e noi stiamo passando dall’emergenza alle azioni pianificate». Le due Caritas attive in Ucraina hanno lanciato diversi appelli d’emergenza nella rete mondiale di Caritas Internationalis. La risposta è stata di 4,5 milioni di euro girati a Caritas-Spes e 18 milioni a Caritas Ukraine.

I contenuti dell’articolo sono ripresi nel testo dal quotidiano dei Vescovi Italiani Avvenire, edizione on line. 

Il titolo del servizio è della Redazione Papaboys 3.0 

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