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L’ULTIMO SALUTO. «Il cardinale Tauran ha servito la Chiesa nonostante il duro peso della malattia»

Una vita nel solco delle Beatitudini evangeliche e del servizio «coraggioso alla Chiesa di Cristo» nonostante il «duro peso della sua malattia». All’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, giovedì mattina,  si è svolto l’ultimo saluto al cardinale francese Jean Louis Tauran. A presiedere le esequie, il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio insieme con altri cardinali, arcivescovi e vescovi. Presente anche Papa Francesco. In San Pietro, anche la sorella di Tauran, Geneviève Dubert, a cui il Pontefice aveva indirizzato nei giorni scorsi un telegramma di cordoglio.

«Nel Vangelo, Gesù», ha spiegato il cardinale Sodano, «ci ha ricordato quali siano le vere Beatitudini del cristiano. È sempre commovente sentirle proclamare queste Beatitudini nella nostra Chiesa. Beati i poveri di spirito. Beati i miti. Beati i misericordiosi. Beati i puri di cuore. Beati gli operatori di pace. Sono Beatitudini che illuminarono sempre la vita del nostro caro fratello defunto come stelle luminose sul suo cammino», ha sottolineato precisando di essere stato «testimone per molti anni del grande spirito apostolico» del cardinale Tauran, che è stato camerlengo di Santa Romana Chiesa, e in questa veste nel 2013 diede al mondo l’annuncio dell’Habemus papam dopo l’elezione di papa Francesco, e presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Il porporato francese è morto il 5 luglio scorso a Hartford, negli Stati Uniti, dopo una lunga malattia. Soffriva del morbo di Parkinson. Aveva compiuto 75 anni ad aprile.

Di Tauran, il decano del Collegio cardinalizio ha messo in luce «la grande figura» di sacerdote, vescovo e cardinale che – ha detto – «dedicò, come tanti, la sua vita al servizio della Santa Sede, della Chiesa e ultimamente la dedicò al dialogo con tutti gli uomini di buona volontà». In tal modo, «seguì la linea tracciata dal Concilio ecumenico Vaticano II» nell’impegno, secondo la Gaudium et Spes, per «essere fratelli e perciò chiamati ad una sola evidente vocazione umana e divina», lavorando insieme «senza violenza, senza inganno» alla costruzione «del mondo nella vera pace». Al termine del rito, il Pontefice ha presieduto il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio (l’ultima raccomandazione e il commiato).

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IL RICORDO DELL’AMICO-CARDINALE SANTOS ABRIL Y CASTELLÒ

Su Vatican News, il cardinale spagnolo Santos Abril y Castelló, legato da profonda amicizia col porporato francese, aveva ricordato Tauran con queste parole: «Il mio ricordo della sua figura è veramente un ricordo di amicizia e di rimpianto», aveva detto, «per il fatto che ci ha lasciato. Ultimamente, lo vedevo già evidentemente indebolito. Ma anche durante questo tempo, egli metteva al primo posto il suo dovere: quello di cercare di avvicinare le posizioni con il mondo delle altre religioni, soprattutto con l’Islam. E lo faceva con un grande senso di rispetto verso tutti, di grande competenza e con una grande capacità di dialogo, di proporre soluzioni possibili. Ha fatto tutto ciò anche con grande sacrificio, perché la sua salute era molto indebolita negli ultimi tempi: si accorgeva che non era nelle condizioni ideali per poter continuare quel lavoro magnifico che stava facendo per la Chiesa».
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Tauran sarà tumulato a Roma nella Basilica di Sant’Apollinare alle Terme Neroniane-Alessandrine, di cui era titolare. Con la sua morte il Collegio cardinalizio risulta composto da 225 cardinali, di cui 124 elettori e 101 non elettori in caso di un eventuale Conclave.

Fonte famigliacristiana.it

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