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La voce della Santa Sede torna a farsi sentire: ‘una guerra crudele, va fermata!’

Ormai non si contano più gli appelli del Vaticano, di Papa Francesco, del segretario di Stato, perchè si metta la parola fine alla ‘pazzia della guerra’, purtroppo tutti inascoltati ad oggi. Ma c’è tenacia e non ci si arrende, con la forza della fede a tenere viva la speranza di un ripensamento, soprattutto nei confronti di Putin.
Il cardinale segretario di Stato ribadisce oggi l’urgenza di avviare trattative che permettano di trovare soluzioni a un conflitto che con il raid sull’ospedale pediatrico di Mariupol ha mostrato uno dei volti più terribili: necessaria la buona volontà delle parti e la disponibilità a compiere dei compromessi se si vuole davvero giungere al traguardo della pace

Tiziana Campisi – Città del Vaticano per Vaticannews.va

La Santa Sede è disposta a fare di tutto per fermare la guerra, il conflitto va interrotto, c’è sempre una soluzione: è quanto torna a ripetere, a proposito della situazione in Ucraina, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, a margine del suo intervento, stamani alla Fraterna Domus di Sacrofano, riguardante la presentazione della “Cattedra dell’accoglienza”, che sarà attivata alla Pontificia Università Lateranense. Il porporato ribadisce il ruolo di mediazione della Santa Sede, ma precisa che la volontà è quella di non interferire negli altri tentativi in corso.

Ripete che bisogna fare di tutto per fermare la guerra, che non sembra affatto finire e che invece sta mostrando un volto sempre più crudele, come dimostra il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol. Per il cardinale Parolin è fondamentale arrivare a bloccare la guerra e avviare negoziazioni che permettano di trovare soluzioni. Queste ultime sono possibili se c’è la buona volontà delle parti e la disponibilità a compiere dei compromessi, se si vuole veramente arrivare al traguardo della pace.

Il segretario di Stato Vaticano
Il segretario di Stato Vaticano

Le parole di ieri

Anche ieri, a margine di un convegno a Roma, il segretario di Stato aveva parlato del raid aereo russo che a Mariupol ha distrutto, facendo vittime, il nosocomio con reparti di maternità e pediatria, definendolo inaccettabile.

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Il porporato aveva detto che lo spazio della trattativa è ristretto, auspicando tuttavia una posizione negoziata. E riferendosi alla telefonata avuta l’altro ieri con il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, Parolin, aveva riferito che il colloquio non ha dato garanzie e che non ci sono state, in particolare, rassicurazioni sui corridoi umanitari.

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