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La storia di Don Leonardo, giovane sacerdote che ha finalmente coronato il suo sogno di bambino!

La storia di Don Leonardo, giovane sacerdote che ha finalmente coronato il suo sogno di bambino!

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«È sempre bello quando sei su un palco con tutto l’incenso e la chiesa piena. Ma quello è lo straordinario, è il quotidiano che deve affascinare. E il quotidiano è celebrare la messa, per quattro persone, dove suoni la campana e nessuno canta o se canta qualcuno è totalmente stonato. È questa la bellezza». Così Leonardo Chiappini, fresco fresco del rito che lo ha “incoronato” prete a soli 26 anni, racconta cosa vuol dire per lui aver preso questa scelta controcorrente, soprattutto per un giovane. «Non c’è stata una vera e propria “chiamata”. Avevo 14 anni quando mi sono interrogato per la prima volta sull’argomento – racconta -. Ho conservato il segreto per tutto il tempo del liceo. Il viceparroco a cui l’avevo confidato mi disse di svolgere la mia vita normale fino alla fine della scuola. Finito di studiare ero ancora convinto di questo e fui presentato al Vescovo, che a sua volta mi fece entrare in seminario all’età di 19 anni».


Così Leonardo, finiti gli esami di maturità al liceo scientifico di Latinaha fatto i conti con sé stesso: quel desiderio era rimasto nel suo cuore. «A 19 anni sono entrato in seminario, ad Anagni. È un collegio regionale dove ho studiato filosofia e teologia per sette anni. Occorre prepararsi al celibato, elemento su cui tanto ci confrontiamo con noi stessi. È una cosa da valutare in maniera seria perché è una scelta da fare per sempre». Don Leonardo racconta anche come è cambiato l’approccio al mondo della fede: sempre meno persone intraprendono questo cammino e sempre più grandi. «Mentre in passato si entrava in seminario solitamente dopo il liceo, attualmente la maggior parte delle persone entra dopo esperienze lavorative o dopo l’università, quindi 5-6 anni dopo la fine delle scuole superiori. C’è anche il calo di persone che entrano. La crisi è generale, non relativa all’età. Questo lo scopriremo nel corso del tempo quando i parroci “anziani” passeranno a migliore vita e non ci sarà chi li rimpiazza. Si dovrà entrare nella logica di un parroco con la gestione di più parrocchie. Siamo in una società in cui il “si è sempre fatto così” ci consola tanto. Invece siamo chiamati a ripensarci: il Santo Padre ci è sempre di grande aiuto: ci propone sempre cose che non ci si aspettano. Non possiamo pensare che la Chiesa rimanga uguale in una società che è cambiata».

Come per ogni decisione importante nella vita di ognuno, il passo più difficile da compiere è sempre quello di comunicarlo alle persone più care.

Leonardo ha avuto da subito il benestare di mamma e papà e del fratello, ma non quello della sorella. «Mia sorella – racconta – si mise a piangere, ci sono voluti due anni prima che prendesse la consapevolezza che era la mia scelta ed ero felice così. Mi diceva: ma tu non hai mai avuto una ragazza. Quando c’è stata la cerimonia della vestizione sono stati mia sorella e mio fratello a vestirmi. E mia sorella mentre abbottonava la tunica mi diceva ancora: ma sei sicuro?». Nonostante le cose abbiano ora trovato il loro equilibrio, la bellezza della storia del giovanissimo Don sta nella semplicità con cui ammette che non potrebbe mai rinunciare al pranzo della domenica da mamma e che più che la sua, trova straordinaria la vita degli altri. «Io non penso di aver fatto nulla di straordinario. Sono in ottimo rapporto con i miei compagni del liceo, che sento e vedo e so esattamente la loro vita qual è. Se penso che hanno fatto avanti e indietro per cinque anni tutti i giorni Latina-Roma per andare all’università… Per me il loro impegno è stato maggiore del mio, che per andare a scuola dovevo scendere appena tre piani di scale».

Fonte: Leggo.it

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