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La fame nel mondo è uno scandalo, per vincerla serve coscienza solidale. Le parole del Papa alla FAO

Poverta-infantile-bambini-poveriFame e denutrizione non possono essere considerati “un fatto normale”: così Papa Francesco parla dell’emergenza cibo, “una delle sfide più serie per l’umanità”. Il Papa denuncia individualismo, cultura dello scarto e indifferenza in materia, nel messaggio inviato alla Fao in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, che ricorre oggi con lo slogan “Le persone sane dipendono da sistemi alimentari sani”. A leggere il messaggio del Papa alla Plenaria è stato mons. Luigi Travaglino, osservatore permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni e gli Organismi delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (F.A.O., I.F.A.D. e P.A.M.)

“E’ uno scandalo che ci sia ancora fame e malnutrizione nel mondo!”. Non usa mezzi termini Papa Francesco chiedendo non solo di “rispondere ad emergenze immediate, ma di affrontare insieme, a tutti i livelli, un problema che interpella la nostra coscienza personale e sociale, per giungere ad una soluzione giusta e duratura”. E lancia un appello in particolare: “Nessuno sia costretto a lasciare la propria terra e il proprio ambiente culturale – dice – per la mancanza dei mezzi essenziali di sussistenza!”. Francesco riflette sul paradosso di una società segnata dalla globalizzazione che “permette di conoscere le situazioni di bisogno nel mondo e di moltiplicare gli scambi e i rapporti umani”, ma tendente all’individualismo e alla chiusura, a un certo atteggiamento di indifferenza, a livello personale, di Istituzioni e di Stati, verso chi muore per fame o soffre per denutrizione, “quasi fosse – afferma Papa Francesco – un fatto ineluttabile”.

“Ma fame e denutrizione non possono mai essere considerati un fatto normale al quale abituarsi quasi si trattasse di parte del sistema”, ribadisce il Papa affermando: “Qualcosa deve cambiare in noi stessi, nella nostra mentalità, nelle nostre società”. E il Papa chiede: educazione alla solidarietà, spiegando che è una “parola scomoda e messa molto spesso in disparte”. E chiede un cambio di mentalità: il Papa torna a parlare di “cultura dello scarto” e di “globalizzazione dell’indifferenza”. E poi mette denuncia quella che definisce la “schiavitù del profitto a tutti i costi” che – sottolinea – troviamo non solo nelle relazioni umane, “ma anche nelle dinamiche economico-finanziarie globali”. Per tutti vale riscoprire il valore della solidarietà – raccomanda il Papa – che non si deve ridurre all’assistenza ma deve “rendere le persone economicamente indipendenti”. Papa Francesco chiede inoltre che “diventi atteggiamento di fondo nelle scelte a livello politico, economico e finanziario, nei rapporti tra le persone, tra i popoli e tra le nazioni”. In sostanza significa – spiega il Papa – “mettere al centro sempre la persona e la sua dignità e mai svenderla alla logica del profitto”.

Papa Francesco ricorda che il 2014 sarà l’Anno internazionale della famiglia rurale per iniziativa della Fao. E dunque chiede di sostenere la famiglia perché è la prima comunità educativa, dove si può imparare “ad avere cura dell’altro, del bene dell’altro, ad amare l’armonia della creazione e a godere e condividere i suoi frutti, favorendo un consumo razionale, equilibrato e sostenibile”. Sostenere e tutelare la famiglia dunque “per camminare verso una società più equa e umana”.

Il servizio è di Fausta Speranza per la Radio Vaticana

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