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Iraq: centomila cristiani in fuga. Catastrofe umanitaria

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I jihadisti hanno catturato Qaraqosh, la più grande città cristiana dell’Iraq, e le aree circostanti. In preda al terrore, un centinaio di migliaia di fedeli e religiosi cristiani sono in fuga verso il Kurdistan autonomo.

I jihadisti dello Stato Islamico si sono mossi nella notte dopo il ritiro del peshmerga curdi, che sono sotto pressione su diversi fronti iracheni. I militanti sunniti hanno inflitto una sconfitta umiliante alla forze curde nel fine settimana.

Questa notte sono entrati nella piana di Nineve gli uomini dell’autoproclamato “Califfato” ed hanno cacciato via le migliaia di cristiani che vivono nei villaggi della zona –  riferisce all’Agenzia Fides Sua Eminenza il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. “I cristiani hanno dovuto abbandonare tutto, persino le scarpe, e scalzi sono stati instradati a forza verso l’area del Kurdistan. La situazione dei cristiani cacciati è disperata perché ad Arbil, la capitale del Kurdistan iracheno, non sono intenzionati ad accoglierli perché non sanno come ospitare queste migliaia di persone”.

“Queste notizie mi sono state riferite dalle Suore Caldee Figlie di Maria Immacolata” precisa il Cardinale Filoni, che in precedenza era stato Nunzio Apostolico in Iraq e conosce la situazione del Paese.

“Siamo di fronte ad una grave situazione umanitaria. Queste persone sono lasciate a loro stesse di fronte ad un confine chiuso e non sanno dove andare. Già si contano i primi morti, tre o quattro ragazzi hanno perso la vita. Occorre intervenire subito in loro aiuto” conclude il Cardinale che lancia un appello alla comunità internazionale.

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Secondo il quotidiano Avvenire sarebbero 100.000 i cristiani iracheni in fuga nel nord del paese verso il Kurdistan, dopo che gli jihadisti del cosiddetto Stato islamico nella notte hanno preso il controllo di Qaraqosh ultimo baluardo per la loro difesa e di altre tre localita’ vicine. Lo hanno riferito stamani gli stessi abitanti in fuga e l’arcivescovo caldeo di Kirkuk e Sulaymaniyah, Joseph Thomas Mirkis. Nella notte le localita’ erano state infatti abbandonate dalle forze curde.”E’ una catastrofe, una situazione tragica – ha aggiunto il prelato alla Afp – chiedendo al Consiglio di sicurezza dell’Onu di intervenire immediatamente. L’allarme arriva stamane anche dal patriarca di Babilonia dei Caldei Louis Raphaël I Sako, all’indomani della Giornata di preghiera per la pace promossa nel Paese proprio dal Patriarcato e già segnata da violenze e attentati. Ma sentiamo le sue parole nell’intervista di Marie Duhamel :

R.- Aujourd’hui il y a un vide, un vide…
Oggi c’è un vuoto, un vuoto. Il governo non ha le forze per controllare il Paese, ora ci sono anche le elezioni del Parlamento e non ci sono le forze per attaccare, non c’è un vero esercito, a differenza della Siria dove le forze armate possono attaccare. Qui i curdi si stanno ritirando, hanno solo armi leggere. Oggi ci sono migliaia di persone in cammino lungo la strada, anche da tre quattro ore. Sono donne, anziani, bambini: occorre mobilitare l’opinione pubblica e le società di tutti i Paesi, questa è una catastrofe umanitaria!

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana / Avvenire / Agenzia Fides

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