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Incontro Sinodo. Spadaro: famiglia sfida decisiva per i nostri tempi

Si terrà domani, sabato 12 settembre, alle ore 18 presso la sede di Civiltà Cattolica la tavola rotonda sul tema “Famiglia: vocazioni e sfide”. Numerosi i relatori, tra cui il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Vincenzo Paglia. Il confronto verrà moderato dal direttore della rivista dei gesuiti, padre Antonio Spadaro, che in questa intervista di Alessandro Gisotti si sofferma sul significato e le aspettative per questa iniziativa:

famiglia

R. – La famiglia è un po’ lo specchio della vita: un grande autore cristiano, Chesterton, ha scritto che “la famiglia è bella perché non è armoniosa”, cioè è sana perché contiene discrepanze e diversità. Questo significa che è molto ricca e che costituisce una vocazione per l’essere umano, ma anche una grande sfida. Allora, noi vogliamo affrontare questo tema della famiglia alle soglie del Sinodo con grande apertura: abbiamo chiamato uno psicanalista, come Massimo Recalcati; una sociologa come Chiara Giaccardi; un teologo come Pierangelo Sequeri, a discutere insieme su che cos’è la famiglia e su quanto essa sia decisiva e preziosa ai nostri tempi.

D. – L’incontro avviene a pochi giorni dalla pubblicazione di un libro, “Famiglia, ospedale da campo”, un volume che raccoglie i contributi di “Civiltà Cattolica” sulla famiglia. Cosa offre questo testo ai lettori?

R. – Il nostro volume serve come materia per camminare insieme come il significato della parola “Sinodo”. Le riflessioni che proponiamo hanno in comune una visione, una visione della teologia che è espressione di una Chiesa, come dice Papa Francesco, “ospedale da campo”: cioè che vive la sua missione di salvezza e di guarigione del mondo. Quindi noi abbiamo pubblicato alcuni articoli già apparsi sulla rivista e altri invece nuovi, scritti ad hoc per questo volume, proprio perché vogliamo discutere, vogliamo aprire, continuare ad aprire il dibattito; dove discutere non significa mettere in discussione, ma aprire uno spazio libero di approfondimento, per capire meglio. Del resto il Vangelo non si cambia, ma ci chiediamo: “Abbiamo già scoperto tutto?”.

D. – In un’intervista con lei, il cardinale Cottier ha sottolineato che la misericordia, al centro dell’Anno Giubilare voluto da Francesco, avrà sicuramente un ruolo da protagonista nel Sinodo di ottobre. Cosa ne pensa?

R. – La misericordia è la parola chiave del pontificato di Papa Francesco: quindi confrontarsi sul tema della famiglia e del matrimonio significa affrontare certamente questo grande tema della misericordia, capire qual è il compito della Chiesa oggi. Quindi al di là di tutto questo, di tutte le polemiche che sono state create tra conservatori e progressisti, tra seguaci della dottrina e “adattatori” della dottrina – sono polemiche inutili e, anzi, dannose – direi che invece la misericordia diventa la parola del Vangelo sulla situazione umana, su cui c’è bisogno di un discernimento pastorale, vissuto con prudenza, saggezza, ma anche audacia.

D. – Anche la riforma sulla nullità matrimoniale, secondo lei, può essere iscritta nel solco della misericordia? Molti sono rimasti colpiti dal fatto che l’entrata in vigore sia proprio l’8 dicembre, cioè il giorno dell’inizio del Giubileo…

R. – Il legame a questo punto è proprio palese ed evidente, e questa riforma è una riforma pastorale. Uno dei punti più interessanti che notiamo è la responsabilità data al vescovo come pastore. Il Papa sottolinea che non c’è un cambiamento di norme, come se queste fossero solo delle cose esterne, ma c’è la richiesta ai pastori di essere in prima persona responsabili, di poter dire una parola sul loro gregge. Quindi questa riforma così importante dà una luce su quale deve essere l’atteggiamento della Chiesa nei confronti di persone che vivono difficoltà molto serie.

Redazione Papaboys (Fonte it.radiovaticana.va)

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