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Il Vangelo è un annuncio che cambia il cuore, attenti a non ridurlo a ideologia

All’udienza generale, Francesco prosegue il ciclo di catechesi sulla passione di evangelizzare, azione possibile solo grazie allo Spirito Santo: “È Lui il motore dell’evangelizzazione”. “Ogni tradizione religiosa è utile se agevola l’incontro con Gesù”, è il monito del Pontefice: “Triste vedere la Chiesa come un Parlamento. Se ci si rifugia in un’idea di destra, sinistra o centro, si fa un partito, un club”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano PER VATICANNEWS.VA

Lo Spirito Santo, prima di tutto. Perché senza lo Spirito “tutto resta senz’anima” e la Chiesa “se non lo prega e non lo invoca, si chiude in sé stessa, in dibattiti sterili ed estenuanti, in polarizzazioni logoranti, mentre la fiamma della missione si spegne”. Diventa, insomma, un Parlamento e il Vangelo è ridotto a “ideologia”. Papa Francesco all’udienza generale prosegue le catechesi sul tema della passione di evangelizzare, azione possibile “solo nella forza dello Spirito”, che “prepara i cuori”.

È Lui il motore dell’evangelizzazione.

Prima le esperienze dello Spirito, poi inchieste, analisi, lamentele
Francesco parla a centinaia di fedeli riuniti in Aula Paolo VI. Presenti numerosi ucraini, a due giorni dal primo anniversario del conflitto nel Paese. Per quel popolo “martoriato”, il Pontefice lancia un appello a fine catechesi, ma prima rivolge parole necessarie per “la Chiesa” di ogni latitudine: “Partiamo e ripartiamo, come Chiesa, dallo Spirito Santo”, dice.

È indubbiamente importante che nelle nostre programmazioni pastorali si parta dalle inchieste sociologiche, dalle analisi, dalla lista delle difficoltà, dall’elenco delle attese e delle lamentele. Tuttavia è assai più importante partire dalle esperienze dello Spirito: è questa la vera partenza. E occorre quindi cercarle, elencarle, studiarle, interpretarle.

Il Papa durante la catechesi dell'udienza generale
Il Papa durante la catechesi dell’udienza generale

Senza lo Spirito, tutto senz’anima – Lo Spirito è “luce che orienta la Chiesa: fa chiarezza, aiuta a distinguere, a discernere”, prosegue Francesco. “Per questo occorre invocarlo spesso; facciamolo anche oggi, all’inizio della Quaresima”.

Come Chiesa, possiamo avere tempi e spazi ben definiti, comunità, istituti e movimenti ben organizzati ma, senza lo Spirito, tutto resta senz’anima.

Triste una Chiesa come un Parlamento
“È molto triste vedere la Chiesa come un Parlamento”, rileva il Pontefice. “La Chiesa è un’altra cosa, è una comunità di uomini e donne che credono e annunciano Gesù Cristo ma mossi dallo Spirito Santo non dalle proprie ragioni”. Bisogna allora partire e ripartire dallo Spirito Santo, insiste il Papa. Cita quindi il cardinale Carlo Maria Martini: “Prima c’è lo Spirito che consola, rianima, illumina, muove; poi verrà anche la desolazione, la sofferenza, il buio, ma il principio per regolarsi nel buio è la luce dello Spirito. Questo è il principio per regolarsi nelle cose che non si capiscono, nelle confusioni, anche in tanti bui, è importante”

“Io prego lo Spirito Santo?”
Francesco conclude la catechesi distaccandosi dal testo scritto per porre ai fedeli una domanda mirata: “Proviamo a chiederci, ognuno di noi, se ci apriamo a questa luce, se le diamo spazio: io invoco lo Spirito? Ognuno si risponde dentro. Quanti di noi preghiamo lo Spirito? ‘No, padre, io prego la Madonna, prego i Santi, prego Gesù, ma delle volte, prego il Padre Nostro, prego il Padre’. ‘E lo Spirito? Tu non preghi lo Spirito, che è quello che ti fa muovere il cuore, che ti porta avanti, la consolazione, ti porta avanti la voglia di evangelizzare, di fare missione?’. Vi lascio questa domanda: Io prego lo Spirito Santo?”.

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