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Il Santo di oggi, 20 Aprile: Sant’Agnese da Montepulciano, la mistica del liquido profumato (Preghiera)

La Chiesa ricorda oggi, 22 aprile, Sant’Agnese da Montepulciano

Sant’Agnese di Montepulciano è stata una religiosa italiana, appartenente al secondo Ordine domenicano; nel 1726 è stata proclamata santa da papa Benedetto XIII.

La vita

Nasce intorno al 1268 a Gracciano (frazione di Montepulciano) da una nobile famiglia toscana. Già da bambina ha una straordinaria inclinazione alla preghiera, che la portò presta a desiderare la vita claustrale.

A nove anni, difatti, entrò, a Montepulciano, in una comunità di vergini chiamate “monache del Sacco” perché indossavano uno scapolare di ruvido panno. Tra esse si distingue subito per la pietà sotto la guida della maestra delle novizie, Suor Margherita. A partire da quel momento il Signore la favorì di straordinari carismi.

Nella sua ininterrotta unione con Dio fu vista più volte sospesa per aria. Un giorno, meditando la Passione di Gesù, fu sollevata da una ardente amore tanto in alto da giungere ad abbracciare il crocifisso posto sull’altare.

A quattordici anni la priora le affidò l’ufficio di dispensiera.

In quel tempo le apparve la Madonna che le disse, dandole tre pietre: “Figlia mia, prima di morire costruirai un monastero in mio onore, prendi queste tre pietruzze e ricordati che il tuo edificio dovrà essere fondato sulla fede costante e la confessione dell’altissima e indivisibile Trinità“.

Sant’Agnese da Montepulciano, la mistica del liquido profumato
Sant’Agnese da Montepulciano, la mistica del liquido profumato

Alla notizia della sua vita di preghiera e mistica, gli abitanti di Proceno (Viterbo), chiesero alle religiose che anche tra loro fondassero un monastero. L’incarico fu affidato a Suor Margherita, ma ella accettò a condizione che le fosse data, come compagna, Agnese. I procenesi rimasero tanto entusiasti delle straordinarie virtù della santa che la vollero eleggere, con dispensa di Martino IV, superiora del monastero, benché non avesse che quindici anni. Alle religiose e alle giovinette che si raggrupparono attorno a lei, diede l’esempio di una straordinaria mortificazione.

Era inspiegabile come potesse vivere nutrendosi abitualmente di pane e acqua e dormendo per terra, con una pietra sotto il capo.

Desiderò di vedere il Signore

Nella notte dell’Assunzione, Maria  le apparve con in braccio il Figlio divino e glielo diede da baciare. Si dice che quando la Madonna stava per tornare in Cielo, Agnese afferrò una crocettina che era al collo di Gesù; oggi ancora ne esiste la reliquia.

Agnese ebbe da Dio il dono dei miracoli. A Proceno Agnese rimase una ventina d’anni ma, per le penitenze che continuamente praticava, contrasse una grave malattia, da cui più non guarì. Per volere dei medici e dei superiori dovette moderare le austerità. 

Gli abitanti di Montepulciano, entusiasmati delle meraviglia che udivano raccontare della loro concittadina, andarono a scongiurarla di ritornare tra di loro a fondare un monastero.

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A Montepulciano

Memore delle pietruzze ricevute in visione, Agnese accolse l’invito e col permesso di Ildebrandino, vescovo di Arezzo (1306), rilasciato a Fra Bonaventura Buonaccorsi da Pistola, Priore dei Servi di Maria in Montepulciano, eresse tra grandi privazioni il monastero di Santa Maria Novella, inizialmente soggetto alla regola di sant’Agostino, ma presto passato sotto la cura dei frati domenicani. Divenutane priora, mantenne la carica sino alla morte.

A Montepulciano la salute di Agnese peggiorò; per nove domeniche consecutive un angelo la condusse in visione sotto un olivo dell’orto e le diede da bere l’amarissimo calice della Passione di Gesù, per indicarle che sarebbe giunta alla beatitudine attraverso molte sofferenze. 

Un giorno, mentre ella pregava con loro davanti ad un’immagine della Madonna, per la pace di Montepulciano, d’un tratto vide il volto della Vergine contrarsi con spasimo, stillare gocce di sudore e trarre un respiro breve e affannoso. La santa comprese che, a causa dei peccati di molti, la città sarebbe stata sconvolta dalla guerra. Infatti, nella prima metà del secolo XIV, i fratelli Jacopo e Nicolò Della Pecora, si misero in testa di sottrarre Montepulciano al dominio dei senesi, ma inutilmente, nonostante l’aiuto di Perugia e poi di Firenze.

La morte e il culto

In punto di morte disse alle religiose piangenti: “Se mi amaste veramente, non piangereste così; gli amici si rallegrano del bene che capita ai loro amici. Il più grande bene che mi possa capitare, è di andarmene allo sposo. Siate fedeli a uno sposo così buono! Perseverate sempre nell’ubbidienza e vi prometto di esservi più utile in ciclo che se restassi tra voi“.

Poco dopo sollevò gli occhi e le mani al cielo e disse sorridendo; “II mio amato mi appartiene, io non lo abbandonerò più!“. Agnese morì il 20 aprile 1317.

Secondo la tradizione, dopo la morte i monaci domenicani vollero imbalsamare il corpo, ma ciò non fu necessario. Dalle mani e dai piedi della santa stillò infatti un liquido odoroso che impregnò i panni che coprivano il corpo della santa e ne furono raccolte alcune ampolle.

Come scrisse il beato Raimondo da Capua, a distanza di cinquant’anni dalla morte della santa, il suo corpo era ancora intatto. Molti furono i miracoli di guarigione avvenuti nella chiesa, che ormai era conosciuta come chiesa di sant’Agnese. Di questi miracoli si ha anche una pubblica registrazione fatta da notai già a partire da pochi mesi dopo la morte della santa.

La sua figura godette di grande popolarità sin dalla morte grazie ad una agiografia redatta da Raimondo da Capua: anche Caterina da Siena le fu devota e due delle sue nipoti furono monache nel suo convento.

Venne canonizzata da papa Benedetto XIII il 10 dicembre del 1726.

Il suo corpo è conservato a Montepulciano, nella chiesa a lei intitolata, in un’urna collocata sopra all’altare maggiore. Nella sacrestia e nei locali del santuario sono contenute numerose testimonianze della santa.

Preghiera a Sant’Agnese da Montepulciano

O amabile Sant’Agnese, che siete la speranza e il sostegno di quanti a voi ricorrono, rivolgete dal Cielo, ove sedete gloriosa insieme alla consorella Santa Caterina da Siena, il vostro sguardo benigno sulle nostre miserie e stendete le ali della vostra protezione sopra di noi. O Sant’Agnese, Sposa immacolata di Cristo, impetrateci la salute dell’anima e del corpo. Amen.

(Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre)

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