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Guido Guastalla: in difesa della famiglia

Pubblichiamo la Nota di Guido Guastalla, già vicepresidente e assessore alla cultura della Comunità ebraica di Livorno  inviata a Repubblica Firenze, in difesa della famiglia naturale: “Ho letto sulla Rassegna stampa di Pagine ebraiche l’articolo apparso oggi in cronaca di Firenze sulla richiesta delle organizzazioni Lgbt per impedire la manifestazione “In difesa della famiglia” promossa da La Manif Pour Tous Italia. Nessuno obbliga nessuno a condividere una posizione piuttosto che un’altra ma in uno Stato di diritto come il nostro dove, nonostante che la nostra Costituzione non sia proprio un esempio di liberalismo costituzionale anglosassone, è garantita la libertà di espressione e la sua libera manifestazione, che qualcuno pensi di limitarla, impedirla o comunque ostacolarla desta in tutto i sinceri democratici e liberali sincera preoccupazione. Coloro che si oppongono al matrimonio gay, alla omogenitorialità, e alla adozione possono anche non avere ragione o tutte le ragioni, ma sicuramente hanno il diritto di esprimersi liberamente nel dibattito pubblico, confrontandosi con chi la pensa diversamente o ha differenti orientamenti. D’altra parte anche “La più bella costituzione del mondo” riconosce esplicitamente i diritti della famiglia “naturale”, per cui esprimere dissenso nei confronti di una proposta di legge come quella dell’on. Scalfaratto è assolutamente legittimo. Quando nei confronti della “Libertà” si inizia a costruire barriere, da ebreo direi “mala tempora currunt”. Grazie per l’attenzione e cordialmente”.

Il Secolo d’Italia, commenta: eccolo il colpo di mano, fatto quasi alla chetichella, zitto zitto, senza dare nell’occhio, strategicamente non strombazzato dai quotidiani “amici” sul web. Se non fosse stato per alcune dichiarazioni rilasciate dagli esponenti del centrodestra, sarebbe quasi passato inosservato. Sì, perché le medicine amare si danno goccia dopo goccia, bisogna far abituare l’opinione pubblica, cloroformizzarla. Il pacchetto su cui la senatrice Rosaria Capacchione, relatrice del ddl omofobia, ha dato il proprio parere positivo è “ricco”: sì al matrimonio per le coppie dello stesso sesso, sì alle adozioni da parte degli omosessuali, in cella chiunque non la pensi così e dopo il carcere l’obbligo di lavorare gratis per le associazioni Lgbt, e cioè lesbiche, gay, bisessuali e transgender. Il piatto è servito, la sinistra è pronta a brindare, voleva fare il colpaccio e lo sta facendo. «Il Pd è in preda a una deriva estremista – ha detto il senatore azzurro Lucio Malan – sono a rischio la libertà d’opinione, la libertà religiosa e la libertà di educazione dei figli. Chi nell’ambito della maggioranza non vuole avallare questa deriva estremista deve trarre le conseguenze al più presto e togliere l’appoggio a questo esecutivo che ha deciso di attaccare a testa bassa la famiglia». Il trucco della sinistra c’è, perché per l’omofobia sarebbe bastato approvare la proposta di un’aggravante specifica per i reati contro la persona. Evidentemente si gioca sulle parole per introdurre una “rivoluzione” atta a decapitare il concetto di famiglia. È infatti incredibile che si voglia introdurre la rieducazione obbligatoria presso le associazioni gay di chi si dice pubblicamente contrario al matrimonio o all’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali. O almeno sarebbe incredibile in un Paese dove c’è la libertà di pensiero. L’Italia lo è ancora?

a cura della Redazione Papaboys

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