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Guerra in Ucraina. Accordo di Kiev con Mosca, corridoi umanitari aperti per tutto il giorno.

Accordo tra Russia e Ucraina su una serie di “corridoi” di evacuazione dei civili per l’intera giornata di oggi.

Lo fa sapere un responsabile ucraino.

La Russia sta lavorando ad una risposta “rapida” e “ponderata” alle sanzioni imposte dall’Occidente, che sarà avvertita nelle aree più “sensibili per coloro a cui si rivolge”: lo ha reso noto il direttore del dipartimento per la Cooperazione economica del ministero degli Esteri di Mosca, Dmitry Birichevsky.

Il presidente Zelensky ribadisce la sua posizione al Cremlino e al mondo: “La guerra deve finire, sediamoci al tavolo delle trattative”. Coca-Cola, Starbucks e Pepsi sospendono le attività in terra russa. Intanto gli Stati Uniti definiscono “morto” il gasdotto Nord Stream 2. Fitch declassa il rating russo e sottolinea il rischio di un “imminente default”. Secondo Kiev, dall’inizio della guerra sono morti almeno 52 bambini.

un milione e mezzo di profughi e rifugiati
un milione e mezzo di profughi e rifugiati

Cosa è successo in queste ultime ore

L’accusa della Cina: “Nato e Usa sono responsabili del conflitto”

La questione Ucraina è molto chiara: “Ssono state le azioni della Nato guidata dagli Stati Uniti che hanno gradualmente spinto fino al conflitto Russia-Ucraina”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, sulle recenti ricostruzioni del New York Times relative alla conoscenza di Pechino dei piani russi contro l’Ucraina.

Colloquio Draghi-Macron in vista del Consiglio Ue

In vista del Consiglio europeo informale, previsto domani e dopodomani a Parigi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente francese Emmanuel Macron nel corso della quale sono stati esaminati gli ultimi sviluppi della crisi in Ucraina e le sue conseguenze sull’economia europea.

Bombardamenti su Severodonestk: 10 morti

Almeno 10 persone sono morte in seguito a bombardamenti sulla citta’ ucraina di Severodonestk, nella parte orientale del Paese, nella provincia di Lugansk Oblast (nel Donbass): lo riferisce un responsabile locale.

La ‘mossa’ della Santa Sede. Il segretario di Stato telefona al ministro russo Lavrov

Il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov hanno avuto oggi un colloquio telefonico. Il cardinale ha ribadito quanto chiesto più volte da Papa Francesco e cioè di porre fine ai combattimenti. E ha anche manifestato la disponibilità della Santa Sede per qualsiasi tipo di mediazione ritenuta utile per favorire la pace.

“Il cardinale – ha dichiarato il direttore della Sala Stampa Matteo Bruni confermando la notizia della telefonata – ha trasmesso la profonda preoccupazione di Papa Francesco per la guerra in corso in Ucraina e ha riaffermato quanto detto dal Papa domenica scorsa all’Angelus. In particolare ha ribadito l’appello perché cessino gli attacchi armati, perché si assicurino dei corridoi umanitari per i civili e per i soccorritori, perché alla violenza delle armi si sostituisca il negoziato”.

In questo senso concludendo la telefonata Parolin ha riaffermato la disponibilità della Santa Sede “a fare di tutto per mettersi al servizio di questa pace”.

La notizia del colloquio è stata riportata dall’agenzia Interfax citando il ministero degli Esteri di Mosca. “Le parti hanno espresso la speranza che il prossimo round di colloqui tra Mosca e Kiev si svolga presto e che si raggiunga un accordo sui temi chiave”, con l’obiettivo cessare le ostilità, affermano le fonti russe.

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L’entourage di Lavrov ha spiegato che il ministro ha informato Parolin “sulle motivazioni russe circa le cause e gli obiettivi dell’operazione militare speciale condotta in Ucraina”. Domenica scorsa, come si ricorderà, il Pontefice aveva rimarcato che quella in corso in Ucraina non è un’operazione militare, ma una guerra.

“Una enfasi speciale – conclude il comunicato del ministero degli Esteri – è stata posta sulle questioni umanitarie legate al conflitto, comprese le misure per proteggere i civili, l’organizzazione e l’attuazione di corridoi umanitari, l’assistenza ai rifugiati”.

 

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