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Il gangstar che un giorno ha incontrato Dio

Proprio come san Paolo, accecato sulla via di Damasco, o come l’Innominato che Dio raggiunge con le parole di Lucia Mondella. Di loro John Pridmore, gangster dell’East End di Londra, aveva la smania di competere con i potenti per il solo gusto di essere temuto, e un certo piacere a compiere il male. E la sua malvagità, combinata all’intelligenza, l’aveva portato lontano.

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«A 27 anni ero responsabile di buona parte dello smercio di droga di Londra, importazione ed esportazione, e facevo un sacco di soldi con la criminalità organizzata. Ogni giorno c’era violenza, tantissima, ma ero anche molto ricco. Auto sportive di lusso, un appartamento costoso, donne diverse e dentro un grande vuoto che colmavo con droghe di qualunque tipo a partire da cocaina ed eroina», racconta. Eppure Dio l’ha trasformato, come Lui soltanto sa fare, in pochi minuti. Con una rapidità e un’efficienza che toccano soltanto al nostro Salvatore.

RISALITO DAL FONDO
«Pensavo di aver ucciso qualcuno e non mi importava nulla», continua Pridmore, «ero in un nightclub del West End, la zona elegante di Londra, del quale ero in parte proprietario, e ho colpito quest’uomo con un noccoliere, quei cerchi di metallo che rafforzano il pugno. Mi aveva insultato ma non si meritava che lo picchiassi. L’ho fatto soltanto per fare bella figura con uno dei miei capi. Dovevo dimostrare di essere il più violento, il più cattivo di tutti. Era il tipo di vita che facevo, controllato dall’ansia di eccellere nella malvagità».

Quella volta, però, le cose andarono diversamente. Anziché orgoglioso di aver steso qualcuno, John si ritrova spaventato, disorientato dalla sua cattiveria perché era arrivato vicinissimo a eliminare un uomo senza che gli importasse nulla.

La spirale di discesa dentro il male, cominciata a 10 anni, con il divorzio dei suoi genitori, si era fermata. A interromperlo, sulla strada dell’omicidio come stile di vita, aveva trovato Dio. «Mi chiesi, per la prima volta, perché ero arrivato a tanto e cominciai a interrogarmi su quel vuoto, che durava da 17 anni, e che riempivo con la droga e le donne. Bevendo moltissimo e giocando d’azzardo. Tutto pur di mettere la mia coscienza a tacere».

Quella notte, nel silenzio del suo appartamento, John Pridmore, ricchissimo e potentissimo boss mafioso dell’East End, sente con chiarezza, per la prima volta, la voce di Dio. «Parlava deciso e mi diceva tutte le cose terribili che avevo fatto. Mi giudicava, senza che avessi scampo, e seppi che stavo morendo e sarei andato all’inferno senza via di uscita. Urlai e chiesi a gran voce a Dio un’altra possibilità, non perché mi dispiacesse per tutti i peccati che avevo commesso, ma perché non volevo andare all’inferno. In un attimo mi risollevai e pregai per la prima volta nella mia vita. “Fino ad ora tutto quello che ho fatto è prendere da Te, o Dio. Adesso voglio cominciare a darTi qualcosa”».

INTERCESSIONE MATERNA
Appena detta quella preghiera il gangster Pridmore ha sentito lo Spirito Santo arrivare per riempirlo ed è stata la sensazione più meravigliosa della sua vita. Lo shock, però, è grande anche per lui. Non capisce come sia potuto succedere che Dio gli abbia parlato in prima persona.

La spiegazione la trova a casa della mamma, cattolica praticante, l’unica che pregava per lui ogni giorno, preoccupata della strada che aveva preso. «Scoprii che aveva detto una novena al santo patrono delle cause perse, san Giuda Taddeo, che si concludeva proprio il giorno in cui mi ero sentito giudicato da Dio».

La sua vita cambia per sempre senza punto di ritorno. Il mafioso, catturato da Dio, dà via tutto quello che possiede «perché era stato costruito sul peccato». Va in ritiro e si confessa per la prima volta nella sua vita. «Sentii che Gesù era presente nell’Eucaristia e seppi che sarei rimasto cattolico per il resto dei miei giorni».

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ORA È CONSACRATO
Oggi John guida la comunità di Saint Patrick, a Carrick-on-Shannon, in Irlanda, insieme a Niall Slattery e Catherine Leigh che hanno fatto, insieme a lui, voto di povertà, castità e obbedienza. «La nostra missione è l’evangelizzazione in scuole e parrocchie», spiega. Sul suo sito anche i quattro volumi che ha firmato. Il primo, che contiene la sua storia, è stato tradotto dalle Edizioni Paoline con il titolo Il buttafuori di Dio.

Nella sua vita, oggi, ci sono pace, serenità e un amore immenso, che ha disperso quella rabbia dalla quale era cominciata la cattiveria. Quel buio di quella sera quando, al ritorno dalla scuola, John, appena bambino, aveva scoperto che i suoi genitori divorziavano e doveva scegliere con chi stare. «Le due persone che amavo di più al mondo mi avevano distrutto dentro e non mi fidai più di nessuno», dice. Cominciò così anche la violenza in casa, con le botte della nuova moglie del padre che lo portarono a rubare, dormire per strada e fare carriera dentro la malavità londinese.

Proprio per quella donna, Elsie, che tanto male gli ha fatto, John ha cominciato a pregare appena convertito. E anche lei è diventata cattolica. Perché niente è impossibile a Dio, che è riuscito a raggiungere il gangster dell’East End dentro quel buio che l’aveva catturato e stava per soffocarlo.




Redazione Papaboys (Fonte www.credere.it/Silvia Guzzetti)

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