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Forte scossa di Terremoto in Croazia di magnitudo 6.3, avvertita in Italia: edifici crollati e vittime

Aggiornamento ore 23.55

Le vittime accertate finora sono una ragazzina di 12 anni, un giovane di 20 anni, un padre con il figlio, e altre tre persone, una delle quali rimasta travolta dal crollo di una chiesa in un paesino presso Petrinja.

Notevoli i danni anche a Sisak, cittadina più grande e principale centro della regione colpita, e nella stessa capitale Zagabria, già interessata da un altro forte terremoto di magnitudo 5.5 il 22 marzo. In quell’occasione migliaia di edifici erano rimasti danneggiati soprattutto nel centro storico di Zagabria, con danni per una decina di miliardi di euro.

Aggiornamento ore 23.00

Tantissimi i crolli di case e edifici – tra cui l’ospedale locale ed un asilo – in particolare nel centro di Petrinja, trasformata in pochi secondi in un cumulo di macerie fumanti e polverosi. Dolore e panico tra la popolazione che si è riversata per le strade alla disperata ricerca di parenti, irraggiungibili per le immediate interruzioni nell’erogazione di energia elettrica, dei collegamenti telefonici e della rete internet.

Il sindaco Darinko Dumbovic, affranto dinanzi alla sua città distrutta, ha paragonato lo scenario che si sono trovati davanti i soccorritori a Hiroshima. Il presidente croato Zoran Milanovic, accorso a Petrinja con il premier Andrej Plenkovic, si è mostrato scioccato, evocando Grozny, la capitale della Cecenia distrutta nella guerra degli anni novanta con le forze russe.

Terremoto in Croazia: scossa di magnitudo 6.3

Alle 12.20 di oggi è stata registrata una scossa di magnitudo 6.3 in Croazia; l’epicentro è stato rilevato a 44 chilometri a sud-est di Zagabria, a una profondità di 10 chilometri.

I media locali parlano di gravi danni a Petrinja (cittadina di 25 mila abitanti) con edifici crollati, al momento si parla di almeno una vittima: un bambino.

Per precauzione è stata fermata una centrale nucleare anche in Slovenia.

La scossa è stata avvertita anche in Italia, con centinaia di chiamate ai vigili del fuoco: da Bolzano al Friuli, dal Veneto fino all’Abruzzo. (Fonte repubblica.it)

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