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Fase 2, ecco le indicazioni per celebrare i funerali che sono arrivate ai parroci italiani

Dopo il dialogo tra la Conferenza episcopale e il ministero si chiariscono le misure di sicurezza per celebrare le esequie dal 4 maggio (anche con la Messa).
LA SPIEGAZIONE DAL QUOTIDIANO DEI VESCOVI AVVENIRE

In vista dell’avvio della cosiddetta Fase due, che inizierà dal 4 maggio, prosegue il dialogo fra il ministero dell’Interno e la Conferenza episcopale italiana rispetto alla celebrazione delle cerimonie religiose. Un ulteriore passo è stato raggiunto stamani riguardo alle modalità per celebrare in sicurezza i funerali, che potranno avere luogo da lunedì, come anticipato ad Avvenire dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e poi previsto dal governo nell’ultimo Dpcm.

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Pio XII in una foto di archivio rilasciata il 2 marzo 2019 da Vatican Media, Roma. ANSA/VATICAN MEDIA ++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

Oggi infatti sia il Viminale, attraverso una comunicazione ai prefetti, sia la Conferenza episcopale italiana, con una nota, hanno chiarito ogni aspetto delle celebrazioni delle esequie, con la possibilità anche della Santa Messa, rispettando tutti i criteri di sicurezza indicati.

Monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, che firma la lettera, chiede che prima della cerimonia, in chiesa o all’aperto, sia controllata la temperatura corporea con un termoscanner e sia inibita la partecipazione se è superiore ai 37,5 gradi. Per quanto riguarda la celebrazione delle esequie con la Santa Messa, “nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti”.

La distribuzione dell’Eucarestia deve avvenire porgendola sulle mani dei fedeli, senza che il celebrante “venga a contatto fisico con esse”. La nota complementare ribadisce e specifica quanto si legge sul documento del Viminale, e cioè che la chiesa deve essere igienizzata regolarmente, e spiega come.

LEGGI LA NOTA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Qui la lettera integrale.

Esequie, nota complementare al testo del Ministero dell’Interno

Nel confronto con le Istituzioni governative e il Comitato Tecnico-Scientifico, la Segreteria Generale sta affrontando le condizioni con le quali, gradualmente, riprendere le celebrazioni con il popolo e le attività pastorali.
Nello specifico delle celebrazioni delle esequie, a complemento del testo del Ministero dell’Interno inviato questa mattina, vengono di seguito indicate alcune misure – già condivise – cui ottemperare con cura, nel rispetto della normativa sanitaria e delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2.
Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti alle esequie funebri, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C.
Vista la possibilità di celebrare le esequie anche con la Santa Messa, nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli – al massimo quindici – sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria.
Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza.
La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.
Per quanto concerne la sanificazione, la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica.
Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria.
Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, si prenda in considerazione la possibilità di celebrare le esequie all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni sopra disposte.
Si consideri anche l’ipotesi di celebrare le esequie funebri all’aperto nelle aree cimiteriali ove vi sia la possibilità di mantenere un adeguato distanziamento fisico.
L’Autorità ecclesiastica competente informi tutti i fedeli e chiunque entri in chiesa sulle disposizioni di sicurezza sopraindicate, sia attraverso i suoi canali di comunicazione, sia affiggendo all’ingresso della chiesa stessa appositi cartelli informativi.
Sia indicato anche l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura corporea oltre i 37,5°C o di altri sintomi influenzali. Si raccomandi di non accedere comunque alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali se sono presenti sintomi di influenza o vi è stato contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti.

La circolare del Viminale

Oggi il prefetto Michele di Bari, capo dipartimento Liberta civili e immigrazione del Viminale, ha inviato un’articolata comunicazione, indirizzandola a monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei. Contemporaneamente, è stata inviata una circolare a tutti i prefetti, con allegata la lettera, affinché prendano visione delle nuove disposizioni in vigore dal 4 maggio. Si raccomanda, fra l’altro, che tutti i partecipanti (fino a 15) siano a distanza di un metro, che usino mascherine e guanti, che la cerimonia sia circoscritta nell’edificio di culto o in un luogo aperto, che duri lo stretto necessario e che una volta terminata, i partecipanti si allontanino evitando il rischio di assembramenti. Inoltre, se il funerale dovesse svolgersi in un luogo chiuso (la chiesa), si chiede che esso sia previamente sanificato. E se dovesse contestualmente avere luogo la messa per il defunto, che vengano evitati contatti fisici fra i presenti, come lo scambio del segno della pace.

SCARICA IL DOCUMENTO DEL VIMINALE

Nel documento, che ha la veste di una risposta al “quesito in ordine alla celebrazione della cerimonia funebre a seguito dell’emanazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”, si ricorda come “con il recente D.P.C.M. 26 aprile u.s., sono state emanate nuove disposizioni in materia di contenimento dell’epidemia virale da Covid-19, avviando un processo di graduale ripartenza delle attività sospese a seguito della pandemia e riconsiderando alcune delle misure più restrittive finora previste”.

La tutela della salute pubblica e l’esigenza di non vanificare gli importanti sforzi fin qui compiuti, scrive il Viminale, “ancora nella situazione attuale richiede la limitazione di diversi diritti costituzionali, fra i quali anche l’esercizio della libertà di culto”. Poi, nel testo, viene citato “l’articolo 1 comma 1 lett. i” del Dpcm, che prevede come a decorrere dal 4 maggio siano “consentite le cerimonie funebri con l’esclusiva partecipazione di congiunti e, comunque, fino ad un massimo di 15 persone, con funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

Una misura, ricorda il prefetto di Bari, “connessa all’attuazione delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19”. Per tale ragione, prosegue, “la celebrazione delle cerimonie funebri deve essere circoscritta esclusivamente in un edificio di culto o in un luogo all’aperto”. Poi seguono le raccomandazioni vere e proprie: “Si avrà cura, quindi, che i partecipanti si allontanino quanto prima dal luogo della celebrazione, evitando la formazione di assembramenti ovvero di cortei di accompagnamento al trasporto del feretro”. Il Viminale riconosce peraltro come “la forma liturgica della celebrazione rientra nella competenza dell’autorità ecclesiastica, secondo un prudente apprezzamento legato alle diverse situazioni nei vari territori, le tradizioni e le consuetudini locali”, ma auspica che si assicuri “che la cerimonia si svolga in un tempo contenuto”. In particolare, si legge, “i riti dell’ultima commendatio e della valedictio al defunto, sono rimessi, allo stesso modo, alla competente autorità ecclesiastica, ovviamente da compiersi nel medesimo luogo in cui viene celebrato il rito esequiale”.

Se si celebra la Messa, evitare contatti fisici

Importante è anche l’annotazione successiva: “Nel caso in cui venga celebrata la Messa, deve essere evitato il contatto fisico come, per esempio, lo scambio del segno della pace, in continuità con le disposizioni ecclesiastiche già emanate”, si legge nella lettera del prefetto. E in conclusione, si riibadisce che “la celebrazione esequiale in ogni caso è consentita con il rispetto di tutte le norme precauzionali previste in tema di contenimento dell’emergenza epidemiologica in corso”. In particolare, si legge, “è prescritto che i partecipanti indossino idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie e mantengano le distanze interpersonali previste, assicurandosi, in caso di celebrazione al chiuso, che il locale abbia una capienza adeguata al richiesto distanziamento e sia previamente sanificato”.

Fonte: Avvenire on line

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