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Era un poliziotto, ora è un sacerdote. La storia di Don Ernesto Piraino all’ombra dell’Eucarestia!

E’ stato un appuntamento importante quello di martedì 14 marzo per tutti i telespettatori di Padre Pio Tv e della trasmissione Nella fede della Chiesa condotta da Don Francesco Cristofaro. Uno dei protagonisti di questa puntata è stato un giovane sacerdote di 37 anni che lo scorso 11 febbraio è stato consacrato sacerdote. Che cosa ha di particolare questa chiamata vocazionale? Ernesto per 18 anni è stato poliziotto!

 

Una carriera brillante, una fidanzata, tanti sogni nel cassetto. Ad un certo punto Gesù Eucarestia gli rapisce il cuore.
Don Ernesto Piraino si racconterà ai microfoni di Padre Pio Tv in una lunga intervista. A noi qui ha risposto a qualche domanda.

Diciotto lunghi anni nella Polizia di Stato. Cosa è significato per te essere un poliziotto?

“Essere stato poliziotto rappresenta oggi, nel mio nuovo stato di vita, certamente un valore aggiunto. Aver potuto servire la gente indossando una divisa ha contribuito ad accrescere il mio bagaglio esperienziale dal punto di vista umano e perchè no, anche spirituale.
La giustizia umana spesso può e deve coincidere con quella divina, pertanto la missione continua, con una “uniforme” diversa e un “capo” molto più misericordioso!”

Quando hai avvertito le prime avvisaglie della vocazione?

“Oggi, col senno di poi, posso dire che le prime avvisaglie si manifestarono sin dall’età infantile e poi adolescenziale. Nel 2006 , con l’inizio dell’adorazione Eucaristica perpetua nella mia parrocchia di allora, a Scilla in provincia di Reggio Calabria, il Signore iniziò a parlare al mio cuore in maniera sempre più chiara.”

Eri fidanzato. L’amore per il Signore, però richiedeva l’esclusiva…

Dopo il secondo anno di fidanzamento, la mia ragazza, iniziando a notare in me una certa predisposizione alla vita spirituale, cominciò a fare delle battute sempre più insistenti, “se ti vuoi fare prete dimmelo chiaro!”. Dopo un certo tempo, per poter andare di tanto in tanto in chiesa a pregare, fui costretto ad utilizzare l’alibi della palestra. Non sentivo la chiamata al sacerdozio, semplicemente desideravo ricavarmi dei tempi di silenzio e meditazione. Oggi so che quelle battute erano in realtà delle profezie.

Quando hai preso la decisione di abbandonare tutto e seguire Gesù?

“Una sera di febbraio, siamo nel 2010, mentre mi trovavo nella cappella del seminario, dove di tanto in tanto mi recavo per preparare degli esami con alcuni seminaristi, miei colleghi di facoltà, avvertii forte il desiderio di lasciare tutto per donare la mia vita al Signore nel sacerdozio. Il giorno dopo andai immediatamente dal mio padre spirituale.”

Dal primo tuo si al Signore, tutto si è stravolto nella tua vita…

Le difficoltà non sono mancate, il Signore però ha fatto sì che diventassero dei trampolini di lancio. Oggi vivo il dono del sacerdozio anche grazie a quelle difficoltà iniziali, che hanno rafforzato la chiamata e il desiderio di non mollare.

Cosa ti senti di dire ai giovani che avvertono la vocazione?

“Dico ai giovani che dovessero avvertire la chiamata del Signore, di non avere paura, di aprire le porte del loro cuore con fiducia. Il Padre desidera la felicità per ciascuno dei Suoi figli, e vi assicuro donare la vita a Lui riempie il cuore di gioia, quella vera!”
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Fonte:  www.infooggi.it

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