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Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui

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RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO SABATO – Come vivere questa Parola? Con questa solare affermazione Gesù chiude la bocca ai Sadducei: una setta ebraica che negava la resurrezione dei morti. L’obiezione era stata posta da loro, che ritenevano per legge che la vedova doveva sposare il fratello del marito defunto. Ma l’argomentare sulla vedova sopravvissuta a ben sette mariti, quel chiedere di chi sarà la donna nella risurrezione ultima è intriso di dura ironia!

È in questo contesto che Gesù proclama che nell’economia della resurrezione, tutto sarà diverso, anche il rapporto uomo e donna che, quaggiù, ha il suo perno significativo nella complementarietà del sesso. Vale la pena di riflettere. L’essere “come angeli di Dio” nella vita eterna esprime il superamento di quella dialettica tra corpo e spirito che è la connotazione e anche la fatica del nostro essere uomini e donne quaggiù. Tutto questo sarà superato ma bisogna che fin d’ora noi viviamo da “figli della resurrezione”.

Figli della risurrezione – dice Gesù – si diventa, vivendo da figli di Dio: uomini e donne che non lasciano sedimentare in sé segni di morte, ma si aprono ad aaccogliere e curare la vita.

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiedo allo Spirito Santo di entrare nella mia identità di figlio della resurrezione e quindi di assaporare e diffondere quel “gusto della vita” che è “vita nuova” in Cristo Gesù.:

Signore, che sei risorto dai morti perché fossimo con te risorti in speranza, dacci di aprirci a pensieri e sentimenti di pace, di progresso nella bontà, nella gentilezza, nella promozione di chi ci sta accan

(Eremo San Biagio)

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