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Il destino di Charlie appeso ai giudici di Strasburgo. Piccolino, noi preghiamo per te!

I genitori del bambino inglese di 10 mesi con una malattia genetica attendono insieme a milioni di sostenitori nel mondo la decisione della Corte di Strasburgo: lasciarlo in vita o staccare la spina?

Sono ore decisive per la sorte di Charlie Gard, il piccolo inglese di 10 mesi affetto da una grave malattia congenita con dani cerebrali per la quale sinora ogni tipo di terapia ha purtroppo fallito. La Corte europea per i diritti dell’uomo si deve pronunciare oggi per definire se le macchine che garantiscono al bambino di restare in vita vanno spente, come ha disposto la magistratura inglese su istanza dei medici del Grand Ormond Hospital di Londra dov’è ricoverato, oppure se gli si deve accordare la chance di una cura sperimentale che gli verrebbe somministrata negli Stati Uniti, come invece chiedono i genitori, Chris e Connie.

Che nel giorno in cui è atteso il verdetto (i giudici si sono dati tempo fino alle 17) hanno pubblicato online una foto del loro bambino con gli occhi aperti con una didascalia significativa: “A picture speaks a thousand words!!”, una foto dice più di mille parole.




nche per questo la vicenda di Charlie resta un esempio di quel che può accadere a un sistema sanitario (e a una giustizia) che abbia rimosso la dignità della persona umana dal centro delle sue decisioni. Per appoggiare l’ìimpegno dei genitori di Charlie scende in campo il gruppo di Universitari per la vita, che recentemente a Roma Tre avevano invitato la testimonial americana contro l’aborto Gianna Jessen scontrandosi con l’ostracismo di parte delle autorità accademiche, alla vigilia della Marcia per la vita di Roma.




Sulla loro pagina Facebook gli Universitari per la vita stanno raccogliendo le foto di adesione e condivisione della campagna a favore di Charlie Gard inviate da amici e colleghi di tutta Italia.

Avvenire on line

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