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Coronavirus. Il virologo Silvestri: «Il virus comparso tra il 6 ottobre e l’11 dicembre…»

Il Coronavirus potrebbe essere comparso già ad Ottobre

Il virologo Guido Silvestri nelle sue ‘Pillole di ottimismo’ sul suo profilo Facebook ha scritto: «L’origine temporale del virus» Sars-CoV-2 «può essere stimata tra il 6 ottobre e l’11 dicembre 2019, quindi ben prima dei cosiddetti ‘primi casi’ del mercato di Wuhan di fine dicembre».

A dare questa nuova data è «uno splendido articolo del gruppo di Francois Balloux all’Istituto di Genetica di University College of London», scrive Silvestri. Il lavoro, pubblicato su ‘Infection, Genetics and Evolution’, si basa su una «complessa analisi di 7.666 sequenze» del nuovo covid-19, «provenienti da numerosi Paesi di varie aree geografiche e raccolte fino al 20 aprile scorso».

Per lo scienziato italiano, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, «le implicazioni di questa nuova datazione sarebbero enormi». Infatti «si dimostrerebbe quello che molti sospettano da tempo, cioè che i numeri e le curve epidemiologiche di Covid-19 in Cina, fornite il 10 marzo 2020 da Zunyou Wu» alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (Croi), all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e ai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, «sono sbagliati e probabilmente di molto».

PILLOLE DI OTTIMISMO [8 giugno 2020]LA RITIRATA CONTINUA.Anche oggi scende il numero totale dei ricoverati in…

Pubblicato da Guido Silvestri su Domenica 7 giugno 2020

Nella lunga analisi sottolinea anche: «Oggi è il fatidico 8 giugno. Quello che, se non stavamo attenti, avremmo avuto 151mila malati in terapia intensiva. Invece sono 286. E dopo 34 e 20 giorni dalle ‘aperturè di maggio, non c’è alcun segno di quel ritorno della pandemia che certi esperti davano per scontato. Quest’ultimo punto è importante e deve essere ricordato con chiarezza».

Il virologo Guido Silvestri, che invita a guardare ai numeri per prendere atto del fallimento dei modelli matematici: i dati mostrano che sono stati «inadeguati a prevedere l’andamento reale dell’epidemia», osserva lo scienziato italiano docente negli Usa alla Emory University di Atlanta. Fonte leggo.it

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