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Celebrazione giubilare nella casa di Santa Maria Goretti

Grande commozione e gioia tra i fedeli per la celebrazione dell’apertura della porta della misericordia al santuario Casa del Martirio di santa Maria Goretti a Cascina Antica di Le Ferriere. Il rito è stato presieduto dal vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, monsignor Mariano Crociata. La casa dove ha abitato Maria Goretti dal febbraio 1899 al luglio del 1902 e dove la santa (fu canonizzata nel 1950 da Pio XII) ha vissuto la sua fine drammatica, ha vissuto, quindi, uno dei giorni più significativi.

SANTA MARIA GORETTI-2

Numerosi fedeli hanno varcato la porta addobbata con fiori e foglie di alloro. Su quei gradini che conducono al piano superiore della casa di “Marietta” sono saliti Papi, cardinali, pellegrini provenienti da tutto il mondo. Nessuno però avrebbe previsto che quella porta dove la piccola santa passò per l’ultima volta il 5 luglio del 1902 distesa sopra una barella, sarebbe divenuta porta giubilare, la seconda porta santa della diocesi di Latina dopo quella della cattedrale di San Marco. Il giubileo della misericordia fortemente voluto da Papa Francesco e la dimensione rilevante del perdono nella vita di Maria Goretti e nel suo percorso di santità non poteva trovare consacrazione migliore. Maria a 11 anni fece la prima comunione e maturò il proposito di morire prima di commettere dei peccati. Qualche mese dopo, il tragico epilogo: Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s’innamorò di Maria e tentò di farle violenza. Alle sue resistenze la uccise accoltellandola. Maria morì dopo un’operazione, il giorno successivo, e prima di spirare, dinanzi a tanti testimoni disse: «Sì, lo perdono e lo voglio con me in Paradiso».

Cascina_Antica




Alessandro Serenelli fu condannato a trent’anni di prigione. Si pentì e si convertì solo dopo aver sognato Maria che gli diceva che avrebbe raggiunto il Paradiso. Scarcerato dopo 27 anni, chiese perdono alla madre di Maria. In sintonia con la decisione di monsignor Crociata di nominare Cascina Antica chiesa giubilare c’è anche il decreto del vescovo di Albano Marcello Semeraro, che il il 5 dicembre scorso, ha nominato anche la camera dove morì la giovane Maria (in via Orsenigo a Nettuno), oggi chiamata “Tenda del Perdono”, chiesa giubilare.




Redazione Papaboys (Fonte L’Osservatore Romano)

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