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Appello del Papa per il Medio Oriente: decisioni coraggiose per la pace

REUTERS577478_ArticoloAll’udienza generale il Papa ha lanciato un appello per il Medio Oriente dopo l’attentato alla Sinagoga di Gerusalemme:

“Seguo con preoccupazione l’allarmante aumento della tensione a Gerusalemme e in altre zone della Terra Santa, con episodi inaccettabili di violenza che non risparmiano neanche i luoghi di culto. Assicuro una particolare preghiera per tutte le vittime di tale drammatica situazione e per quanti più ne soffrono le conseguenze.

Dal profondo del cuore, rivolgo alle parti implicate un appello affinché si ponga fine alla spirale di odio e di violenza e si prendano decisioni coraggiose per la riconciliazione e la pace. Costruire la pace è difficile, ma vivere senza pace è un tormento!”.

Quattro rabbini tra le vittime

Diffusi i primi nomi delle vittime: sono i rabbini Moshe Twersky (59), Aryeh Kupinsky (43), Kalman Zeev Levin (55) e Avraham Shmuel Goldberg (68). Secondo il giornale israeliano Haaretz, quest’ultimo aveva anche la cittadinanza britannica, mentre gli altri tre quella americana. Secondo quanto riferito fonti delle forze dell’ordine alla Cnn, anche l’Fbi avvierà un’indagine sull’attacco. L’esercito ha subito escluso altre possibilità: “Si è trattato di un attentato terroristico”, ha detto un portavoce dell’esercito che ha riferito: “I testimoni parlano di una scena terrificante”. Sempre secondo un testimone, un fedele presente in sinagoga, i due attentatori avrebbero urlato “Allah akbar” (“Allah è grande”) entrando nell’edificio a volto scoperto. 

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Oggi, i fedeli sono tornati a pregare nel tempio del sobborgo Har Nof di Gerusalemme violato ieri, dalla ferocia di due palestinesi. Morto nella notte un poliziotto ferito, sono sette ora le vittime dell’assalto, compresi gli attentatori.

La tensione sul territorio è altissima, Hamas parla di “atto eroico” del Fronte popolare per la liberazione della Palestina che ha rivendicato l’attentato, mentre il premer dello Stato ebraico, Netanyahu, promette una risposta dura. Questo nonostante il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, abbia condannato la tragedia insieme a tutta la comunità internazionale.

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